Don Fabrizio Moscato – Commento al Vangelo del 30 Gennaio 2021

Così succede nella vita…
Rive da passare…
Tempeste da attraversare…

Scelte su cui riconnettersi, prendendo sulla barca il Signore “così com’è”…
Non come lo vorremmo noi…

Ci si imbarca in qualcosa di bello, di entusiasmante, di giusto…
Poi, all’improvviso, tutto diventa ingestibile, tempestoso come quel lago… il lago delle belle vocazioni… il lago delle grandi predicazioni alle folle… il lago che vede guarigioni… il lago che offre una pesca miracolosa…

Scoppia la tempesta anche in giornate piene di sole, o quando niente lo avrebbe fatto presagire…
Passare all’altra riva non è mai indolore…

Forze spesso misteriose mi scuotono dentro e fuori… La paura e i suoi alleati diventano i miei peggiori compagni di viaggio! E il Signore che avevo preso con me sulla barca? Dov’è? Cosa fa? Sembra assente, distratto, se ne sta a poppa, sul cuscino, e dorme…
Troppo spesso un sonno pesante il suo… In una barca ormai riempita d’acqua!

Sembra che non gli importi nulla di me…
Questo il pensiero divisore, il dubbio velenoso come quello inoculato dal serpente antico: posso portarmi appresso Dio, ma alla fine, a lui non importa nulla di me… Se davvero c’è, non c’è per me… E allora che me ne faccio?

Ma… a Dio cosa importa veramente?
Forse gli interessa che io sperimenti la tempesta, che faccia i conti con il vento e con il mare…
Gli interessa che la tempesta io la attraversi con lui, anche quando mi sento non ascoltato…
Gli interessa che io muoia, sì, per diventare “nuova creatura” passando anche attraverso notti che non erano state messe in conto… quelle che strappano l’anima… perchè la fanno uscire fuori dalla “comfort faith”… dalla fede religiosamente confortevole e facile dei giorni di bonaccia… quella apparentemente granitica… in realtà gigante dai piedi d’argilla…

Vorrei sempre avere con me un Dio prontamente interventista, ma Gesù mi rivela il volto di un Padre che, ad un certo punto, non ha paura di farmi crescere, perchè impari a camminare con le mie gambe…

Non sempre comprenderò tutti i perchè delle tempeste nella mia vita…
Ma potrò approfittarne…

Per imparare, con l’aiuto di colui al quale anche il vento e il mare obbediscono, a passare dalla sponda rassicurante della mia religiosità, all’altra riva della fede più matura…
Quella terraferma di relazione con il Padre, dove la paura non riesce a distruggermi fino a farmi affondare…

Fonte: Telegram | Pagina Facebook

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