Ci vuole poco o molto a “smontarmi” come figlio di Dio?
Né molto, né poco…
Ci vuole l’insinuazione di un dubbio a piccole dosi…
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Niente affondi definitivi…
Niente colpi violenti…
Niente sferzate titaniche…
Solo una domanda insistente e apparentemente debole sul mio essere figlio: “Sei veramente figlio di Dio?”
Che equivale a chiedermi: “Ma quello che chiami Dio è davvero Padre?”
Il serpente, che ci era riuscito con Eva, gioca con Gesù alla stessa maniera… Dio che nel battesimo lo ha proclamato figlio amatissimo, è veramente Padre?
Le tentazioni di Gesù sono tre atti di una formidabile minaccia alla relazione tra Padre e Figlio…
E dunque danno modo a Cristo di mostrarci la verità della nostra figliolanza divina, così bella e preziosa e per questo così insidiata!
Se Dio è mio Padre ed io, in Cristo suo Figlio, sono figlio…
… allora è lui che provvede ai miei bisogni, nel tempo opportuno, dandomi da mangiare ciò che è buono, non lasciandomi da solo ad assolutizzare ogni mia fame…
… allora non serve pro-vocarlo nella necessità forzandolo a fare quel che voglio io, ma posso in-vocarlo in ogni mia passione chiedendo forza per affrontarla secondo il suo disegno…
… allora non posso prostrarmi in cambio del potere e del poasesso, rimanendo schiavo, ma posso rimanere in piedi, da uomo libero che cerca il suo volto e non svende la sua dignità…
Al dubbio che il nemico insinua, potrò sempre rispondere come ha fatto il Figlio Gesù…
Ma sarà il deserto di tutta una vita…
Il deserto della prova, vera occasione per accogliere chi è veramente Dio e chi sono davvero io…
Fonte: Telegram – Canale “Due spiccioli”
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