Entrambi sotto accusa.
La donna, colta in flagrante, adulterio, inchiodata ad una giusta condanna che si merita secondo la Legge…
E Gesù, provocato dalla domanda insidiosa di scribi e farisei accecati dalla volontà di “giudicare per non essere giudicati”…
Mi immagino quella donna, gettata lì per terra come uno straccio davanti al rabbi, col volto basso, rigato dalle lacrime di dolore…
E mi immagino Gesù che su quella terra sabbiosa si mette a scrivere senza dire nulla, tracciando segni col suo dito…
Da terra si riscrivono tante storie…
Dal basso calpestato si recuperano le vite belle…
Dalle strettoie del peccato si accede all’orizzonte del perdono…
E stanno entrambi a terra… Compagni di un doloroso cammino…
Gesù non lancia pietre, ma getta una provocazione a quegli uomini: “Guarda te stesso… Sei in condizione di scagliare pietre per condannare l’altro? O forse è il caso di gettarle via e liberare la tua mano per batterti autenticamente il petto? Perchè non bussi dentro di te per vedere se ancora c’è un cuore e in che condizioni sta?”.
La donna non aveva chiesto nulla…
Gesù le offre tutto…
Il suo perdono non è subordinato a niente…
È offerto come strada di redenzione, percorso di liberazione, possibilità di rialzarsi da terra, di rimettersi in piedi, di risistemare i capelli sciolti, liberi, stavolta non più per rubare l’amore, ma per accoglierlo in dono.
Gratis.
Fonte: Telegram | Pagina Facebook
Leggi altri commenti al Vangelo del giorno