Nessuno venga a dirmi cosa ci faccio io qui!
Per favore…
Me lo sono chiesto anche io tante volte… E guarda un po’… tutti, proprio tutti, in questa giornata di sole siete costretti a confrontarvi con me, a pensare a me anche soltanto con la vostra immaginazione…
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Nessuno mi aveva mai pensato più di tanto, mentre giravo la mola per il grano o il frantoio per l’olio… testa bassa e sempre in tondo, come la vita che gira libera per alcuni, e ruota sempre la stessa per gli altri…
Sfigato e sempre “secondo” al cavallo, il nobile di turno che voi uomini amate contemplare…
Già… il cavallo vi rassicura per la sua forza e la sua velocità, vi tiene testa con la sua caparbia reattività… Il cavallo amate domarlo, educarlo a vostra immagine e somiglianza, farlo vostro… È una sfida che adorate tanto, voi uomini… Vi conosco…
Invece io non reagisco come lui… Mi dovete aspettare… Dovete stare al mio tempo… Siete costretti a non comprendermi se volete farlo subito… A rinunciare alle vostre intenzioni se non siete disposti a intuire le mie…
Io vi costringo ad aspettare, vi ridimensiono, sfido i vostri tempi scattanti e i vostri modi sicuri… Vi rompo le scatole ed è per questo che mi considerate testardo…
Per questo amate solo usarmi come bestia da soma…
Ed io ci sto… Che altro posso fare? I padroni siete voi…
Oggi, però, ho la mia popolarità… Chi guarda a Gesù che entra in Gerusalemme, è costretto a guardare anche a me… Mi vede sotto di lui, e gli sto pure simpatico… Oggi tutti e due facciamo un bel quadretto… Sembra che ci abbiano messi insieme da sempre… Sembriamo fatti l’uno per l’altro… Lui… entra re… su di me! Chiedendo di me ha solo detto di rispondere: “Il Signore ne ha bisogno”.
Ecco cosa ci faccio qui…
Ha bisogno di me… non per portarlo dentro la Città santa e maledetta, ma per farmi diventare un maestro per voi…
Vi costringe, anche solo per poco, a imparare da me…
A fermarvi e desistere dai vostri deliri di onnipotenza, e dai vostri goffi tentativi di sembrare sempre cavalli di razza…
Vi chiede di smetterla di dire sempre la vostra… di cercare ragioni per ogni cosa da giustificarvi… di lasciarvi andare un po’… Di abbandonarvi di più…
Vi invita a rallentare, ad ammorbidire i desideri che contraggono la vostra vita, che la fanno diventare un palio senza fine…
Ecco cosa ci faccio qui…
Vi insegno, per un giorno, ad essere perdenti come lui…
E ad assaporare il peso della libertà…
Io sono l’asino che porta il peso dell’unico Re che rende liberi.
Provo ad entrare anche io nella tua Città: oggi, impara da me che il Signore ha bisogno anche di te.
E fatti asino una volta per tutte.
Fonte: Telegram – Canale “Due spiccioli”
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