Don Fabrizio Moscato – Commento al Vangelo del 17 Aprile 2020

Azzerare tutto e ripartire da ciò che sa fare.
Questa è la soluzione di Pietro, che ritorna a pescare insieme ai suoi compagni. Si sente più al sicuro così. Ha visto il mattino del sepolcro vuoto, e anche il Signore risorto stare ancora in mezzo, venire a far visita all’incredulità di quel piccolo gruppo chiuso per paura dentro al Cenacolo.

Ma niente! Preferisce andare a pescare…
Ritornare a pescare…
E tornare a vivere, ancora una volta, una notte in cui la fatica non da frutti… la notte del “niente di fatto”… del fallimento… dell’amara delusione… della rassegnazione… del “tutto andrà sempre male”… del “non cambierà mai nulla per me”…

Notte che non vedi l’ora che è giorno, anche se sai che tra qualche ora sarà ancora notte…
Notte da attraversare…
Ma… come? E soprattutto… con chi?

Solo alla fine di “questa” notte, su far del mattino, si ripresenta Gesù. Ancora una volta, perchè non si stanca di Pietro…
Non si stanca di me…
Non si stanca di chiedermi a che punto sto…
Lo fa in modo antipatico, pungente, provocatorio…
Deve svegliarmi dalla convinzione di stare bene…
Non posso bluffare…
In questo giro, non ho in mano nulla…
Ormai da molto tempo…

Non ho preso nulla… Sono dentro un fallimento… Sono fermo da tempo… La mia vita è stagnante… Sto sbattendo continuamente… Tutto si ripete…

Devo ammetterlo a me stesso… Devo rispondere a quella domanda… Non basta la mia buona volontà per farmi rivivere dopo certe notti… Non sono sufficienti gli slanci zoppicanti del cuore a far risalire la mia vita da certe invincibili paludi…
La vita si rinnova veramente quando ammetto un fallimento, e sul finire della notte ascolto finalmente la voce del Risorto che mi invita ad imparare a usare bene le reti che Dio — già da molto tempo — mi ha messo gratuitamente tra le mani.

Fonte: Telegram | Pagina Facebook

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