Non facevano nulla di male “quelli dei giorni di Noè”… mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito…
E “quelli dei giorni di Lot”? Anche loro mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano…
Sembra che Gesù li stia accusando… di vivere la quotidianità!
In realtà, l’accusa è ben più pesante ed è rivolta ad un vivere senza un “oltre”, senza un “senso”, senza capire che – proprio nella quotidianità – c’è in gioco il “molto di più” che è la vita piena ed eterna, quella che nessun diluvio può aggredire o sottrarci…
C’è il rischio che quello che faccio, anche tutto il bene che faccio, diventi l’unico scenario della mia vita: il torpore in cui cado credendo di far già tanto e di fare tanto bene…
L’idolatria del quotidiano…
C’è il rischio che, impegnato a vivere, io inciampi nell’essere “troppo impegnato”… E che, attento a ciò che mi serve nella vita, lo consideri bastevole a “salvarla”, a preservarla dalle grandi acque…
C’è il rischio di “vivere come se non…”
Distratto, indifferente, impermeabile…
E l’indifferenza, come un diluvio, allaga e soffoca, sommerge e azzera tutto…
Diluvio particolare e particolarmente pericoloso… da temere più di ogni cosa…
Perchè parte dalle mie scelte, dal mio sguardo, dal mio cuore…
Fonte: Telegram | Pagina Facebook
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