don Fabio Rosini – Commento al Vangelo di mercoledì 1 Gennaio 2020

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Il biblista don Fabio Rosini commenta il Vangelo di mercoledì 1 Gennaio 2020, da Radio Vaticana, e dalle pagine di Famiglia Cristiana.

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QUEL CHE ABBIAMO VISTO E UDITO

Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. Luca 2,16-21

Nel primo giorno dell’anno è naturale spingere lo sguardo in avanti, verso quel che ci aspetta, con le attese che ogni inizio porta con sé.

La Chiesa in questo giorno ci fa contemplare la Maternità di Maria, che parla dell’entrata del Figlio di Dio nella condizione di uomo. È l’inizio di una nuova epoca che la seconda lettura chiama «pienezza del tempo».

Eppure il Vangelo di questa festa registra un tipo di atteggiamento che non sembra essere orientato in avanti, ma indietro.

I pastori «riferirono ciò che del bambino era stato detto loro», Maria fissa quel che sta succedendo custodendo «tutte queste cose, meditandole nel suo cuore»; gli stessi pastori tornano indietro e sono pieni di gratitudine per quel che hanno «udito e visto»; Gesù viene chiamato con il nome che era stato indicato prima del concepimento.

Si fa tutto custodendo e ricordando indicazioni ricevute, parole ascoltate, fatti accaduti. Il problema non sembrerebbe tanto quello di andare avanti quanto quello di non farsi sfuggire quel che si ha dietro.

È il tema della memoria, della gratitudine, della custodia.

C’è chi crede che la migliore maniera di andare avanti sia cancellare la tristezza del passato e rimuovere tutto l’irrisolto buttandoselo alle spalle.

Invece, i pastori e soprattutto Maria entrano nella più grande delle novità tenendo stretti i fatti e le indicazioni del passato. La saggezza non ci piove addosso spontanea, ma è il frutto maturo della memoria e deriva dal saper rintracciare il filo rosso che unisce la nostra avventura, ed è una sintesi interiore che ci pone davanti al futuro avendo scoperto il segreto del passato.

GLORIFICARE E LODARE DIO.

Per vivere bene l’anno che inizia vale la pena partire dalla gratitudine, passare in rassegna tante cose buone che ci sono successe, tanta grazia e misericordia ricevute, tanta pazienza di Dio con ognuno di noi e tanti fatti piccoli e meno piccoli che ci hanno consolato e rallegrato. È il migliore degli esami di coscienza: portare nella luce della consapevolezza quello che abbiamo visto e udito di bello, di luminoso, di importante. Di non farsi scivolare addosso la vita da superficiali, ma di fare come i pastori: glorificare e lodare Dio per tutto quel che abbiamo udito e visto.

Dicevano i Padri del deserto del quarto secolo che la radice del peccato è la smemoratezza. Mi dimentico di quanto ho visto e udito, mi scordo di quanto Dio mi voglia bene e allora cado nelle mie paure, mi impantano nei miei terrori. E ricado nella mia pusillanimità.

Mi devo ricordare  quello che ho vissuto. Il male – per non ricaderci – e il bene – per ripercorrerne la strada.

Mi devo ricordare il mio dolore, perché mi tiene i piedi per terra e mi consente di avere compassione di fronte al dolore altrui. Mi devo ricordare la felicità, perché debbo sapere che non è una chimera, ma è parte della mia vita e non la devo dimenticare.

Devo ricordare tutto quel che mi serve per camminare bene. Diceva san Pio da Pietrelcina: il passato alla misericordia, il presente alla grazia, il futuro alla provvidenza.

Qui tutti i commenti al Vangelo della domenica
di don Fabio Rosini


Letture della
MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO
Colore liturgico: BIANCO

Prima Lettura

Porranno il mio nome sugli Israeliti, e io li benedirò.

Dal libro dei Numeri
Nm 6, 22-27

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: Così benedirete gli Israeliti: direte loro: Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace. Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 66 (67)

R. Dio abbia pietà di noi e ci benedica.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti. R.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra. R.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra. R.

Seconda Lettura

Dio mandò il suo Figlio, nato da donna.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Gal 4,4-7

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

Parola di Dio

Vangelo

I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,16-21

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Parola del Signore