Il biblista don Fabio Rosini commenta il Vangelo di domenica 29 dicembre 2024 – Anno C, dai microfoni di Radio Vaticana (dove potete trovare il file audio originale utilizzato nel video).
Don Fabio Rosini riflette sulla Santa Famiglia, e usa la storia di Anna e Samuele come esempio per spiegare la natura divina della famiglia. Sottolinea la differenza tra la dimensione umana e quella spirituale, evidenziando come la famiglia, pur radicata nell’umano, necessita di una connessione con il divino per prosperare in un mondo che spesso non la valorizza. Don Fabio incoraggia ad accogliere la propria figliolanza divina per affrontare le sfide della vita familiare, enfatizzando il ruolo di Dio nel progetto di famiglia e la necessità di una relazione profonda con Lui. Infine, evidenzia l’importanza di superare le proprie debolezze umane per vivere appieno il proprio ruolo all’interno della famiglia.
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Il commento di Don Fabio Rosini sulla Festa della Santa Famiglia si concentra sul mistero della figliolanza divina e su come questa dimensione spirituale dovrebbe illuminare la nostra comprensione della famiglia.
Il punto di partenza è la storia di Anna, che concepisce Samuele come dono di Dio e poi lo “riconsegna” al Signore. Questo atto, apparentemente strano, introduce il tema centrale: la nostra vita non si limita alla dimensione umana (biologica, chimica, materiale), ma ha una dimensione santa, “qualcosa di distinto” che dobbiamo riconoscere.
La Santa Famiglia diventa quindi un esempio di questa realtà. Gesù, a dodici anni, compie il suo “salto di livello” durante la Pasqua, dimostrando di essere consapevole di non essere solo un uomo. Il suo “non sapevate che debbo occuparmi delle cose del Padre?” rappresenta la chiamata universale ad essere “nelle cose del Padre”, a vivere la nostra figliolanza divina.
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Questa dimensione spirituale è ciò che dà forza e significato alla famiglia. Don Fabio sottolinea come la famiglia oggi sia fragile, priva del sostegno culturale di un tempo. In un mondo individualista e superficiale, solo il riconoscere la nostra figliolanza divina, l’essere “nelle cose di Dio”, può dare la forza di costruire relazioni stabili e durature.
L’angoscia di Maria e Giuseppe per la scomparsa di Gesù è vista come un passaggio necessario per un “salto di qualità”. Allo stesso modo, le difficoltà che le famiglie affrontano oggi possono essere un’occasione per riscoprire la vera fonte della loro forza: il loro essere parte del progetto di Dio.
In conclusione, il commento invita a guardare oltre la dimensione umana della famiglia e a riconoscere la sua dimensione spirituale, fondata sulla figliolanza divina. Solo così la famiglia può trovare la forza per resistere alle sfide del mondo moderno e realizzare la sua vera grandezza.
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