Il biblista don Fabio Rosini commenta il Vangelo di domenica 26 Luglio 2020, da Radio Vaticana (per il file audio) e dalle pagine di Famiglia Cristiana.
Come si può scegliere la parte migliore
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo». L’atto di dare via tutti i propri averi viene normalmente inteso come un’azione di abnegazione e rinuncia, qualcosa che si fa in un’ottica di distacco e sacrificio… niente di più lontano dal Vangelo.
Mai, in nessun luogo, il Signore propone nessuna rinuncia se non in vista di qualcosa di molto più grande e valido. In questo testo, per esempio, l’uomo dà via tutto quel che ha pieno di gioia, perché ha trovato molto di più.
Non esiste alcuna negazione, nel cristianesimo, se non nell’ottica dell’apertura a qualcosa di superiore. Se Dio ci chiede qualcosa è sempre perché ci sta offrendo molto di più. Chi perde la propria vita per amore di Cristo, lo fa perché è proprio così che trova la vita che non si perde più –che si chiama eterna–ed è così che ci si procura un tesoro nel cielo dove ladri non scassinano e ruggine e tarlo non consu- mano. Non si tratta mai di perdere, ma, al contrario, di acquisire.
Come mai abbiamo così spesso metabolizzato il cristianesimo in chiave esclusivamente negante, privante, espoliante? Per il solito problema: perché siamo calamitati dal nostro ego. Ciò su cui si concentra la nostra attenzione è su quel che facciamo noi, non su quel che fa Dio. Allora compare una narrazione della santità o della Chiesa stessa che è alla fin fine una celebrazione di opere di uomini e donne eccezionali, meravigliosi, particolari. E rendiamo la santità un evento intessuto di qualità umane, non un incontro con la grazia che lascia emergere la potenza di Dio negli uomini e nelle donne. In tal modo il cristianesimo è divenuto sangue, sudore e lacrime, non liberazione e salvezza.
LA SCELTA SAGGIA. […]
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