Il biblista don Fabio Rosini commenta il Vangelo di domenica 21 Giugno 2020, da Radio Vaticana (per il file audio) e dalle pagine di Famiglia Cristiana.
La giusta priorità è la cura del cuore
«Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima». Queste parole, nella fase due o tre di una pandemia, suonano particolarmente luminose. Sappiamo cosa sia “uccidere il corpo” ma forse non abbiamo le idee chiare su cosa sia “uccidere l’anima”. Il testo continua: «Abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo », e la parola “perire” corrisponde alla rovina, alla dispersione, e infatti si parla di un destino infernale, che di per sé, a pensarci bene, è peggiore del nulla.
Questo testo è aperto dalla frase: «Non abbiate paura degli uomini»; è questo il tema, la minaccia che gli uomini possono produrre non può andare oltre alla minaccia fisica. Gli uomini non hanno il potere di uccidere niente altro che il corpo. E, giustamente, qualcuno dirà: beh, mica è poco… No, non è poco per niente, e non stiamo parlando di cose piccole. Ma di per sé bisogna capire cosa sia più devastante. E su questo, per quanto serio sia, non c’è dubbio: si soffre molto di più per l’anima che per il corpo. Il dolore fisico è una cosa molto molto dura, ma la solitudine e il non amore rendono insopportabile anche la salute.
Mentre, per contro, abbiamo tante volte visto sorelle e fratelli luminosi che in situazioni strazianti splendevano come lucerne nel buio e davano senso al tutto. È qui uno dei bivi più importanti della nostra esistenza: quando capita di dover scegliere fra l’anima e il corpo, opzione che spesso non percepiamo perché la tentazione ce la tiene nascosta, ma si presenta ogni volta che dobbiamo scegliere fra comfort e amore, fra salute e salvezza.
Perché questa scelta capita, prima o poi. Talvolta in modo tragico: accogliere un bimbo malato vuol dire far entrare nella propria esistenza qualcuno che darà tanti problemi e disagi. Ma vuol dire scegliere di amare. […]
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