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don Fabio Rosini – Commento al Vangelo di domenica 16 Febbraio 2025

Domenica 16 Febbraio 2025 - VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 6,17.20-26

Il biblista don Fabio Rosini commenta il Vangelo di domenica 16 febbraio 2025 – Anno C, dai microfoni di Radio Vaticana (dove potete trovare il file audio originale utilizzato nel video).

Il commento di Don Fabio Rosini al Vangelo di Luca, si concentra in particolare sulle beatitudini e i “guai”. Rosini evidenzia il contrasto tra le beatitudini di Luca e Matteo, sottolineando come Gesรน adatti il suo messaggio a contesti diversi. Il commento esplora come la prosperitร  possa distrarre dall’ascolto del messaggio di Cristo, mentre la povertร  e la consapevolezza delle proprie mancanze aprano la porta alla salvezza. Don Fabio conclude affermando che la vera forza risiede nell’umiltร  e nel riconoscimento della propria insufficienza.

Contesto e Differenze tra Matteo e Luca:

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    • Rosini evidenzia che le Beatitudini nel Vangelo di Luca (quattro Beatitudini contrapposte a quattro “Guai”) sono presentate in un contesto diverso rispetto alle otto Beatitudini del Vangelo di Matteo (Sermone della Montagna).
    • Luca ambienta il discorso “in pianura,” vicino a Cafarnao, un luogo di passaggio e “crocevia” (Galilea delle genti). Questa ambientazione sottolinea la presenza di una grande folla eterogenea.
    • “รˆ molto interessante che il taglio delle otto Beatitudini di Matteo รจ il taglio di un discorso fatto in una situazione ben precisa il taglio delle quattro Beatitudini piรน le quattro maledizioni in Luca รจ in una situazione ben precisa e lui riprende quel tema e lo affronta in un’altra maniera con un altro taglio.”

    Il “Momento Presente” e l’Ascolto:

      • Un tema ricorrente รจ l’importanza del “ora.” Gesรน si rivolge a chi “ora avete fame,” “ora piangete,” avvertendo invece chi “ora siete sazi,” “ora ridete.”
      • Il discrimine รจ l’ascolto: “Ma voi che ascoltate, io dico.” Chi รจ povero, affamato, sofferente รจ piรน incline ad ascoltare Gesรน, mentre chi รจ ricco e appagato รจ distratto.
      • “Ecco qui si rovesciano le prospettive anche in un certo senso della vita umana noi siamo di fronte a un radicale rovesciamento evangelico la felicitร  di Cristo non รจ disponibile per chi ha la pancia piena la salvezza che Cristo porta non รจ per i sani per i ricchi per i benestanti.”

      La Povertร  Spirituale come Porta d’Ingresso:

        • Rosini sottolinea che la felicitร  e la salvezza di Cristo non sono per chi รจ giร  soddisfatto. La povertร , intesa come consapevolezza delle proprie mancanze e limiti, รจ invece essenziale.
        • “In ognuno di noi c’รจ una parte povera ci sono lacrime c’รจ qualcosa di incompleto c’รจ consapevolezza di carenza questa miseria รจ la porta d’ingresso del salvatore.”
        • La preghiera e la relazione con Dio nascono dalla consapevolezza della propria insufficienza.

        Rovesciamento e Umiltร :

          • Il commentatore richiama l’immagine del Magnificat, dove Maria canta di un Dio che “rovescia i potenti dai troni, innalza gli umili, ricolma di beni gli affamati, rimanda a mani vuote i ricchi.” Questa รจ la logica del Vangelo.
          • L’umiltร  รจ necessaria per la salvezza: “Prima della rovina vi รจ l’orgoglio e prima della caduta c’รจ l’arroganza ecco prima della salvezza c’รจ l’umiltร  prima della visita del signore ci sono le nostre lacrime il nostro senso di povertร  benvenuta la salvezza se siamo poveri.”

          Implicazioni/Conclusione:

          Il commento di Don Fabio invita a una profonda riflessione interiore. Non si tratta solo di una questione di ricchezza materiale, ma soprattutto di una condizione spirituale. Riconoscere la propria povertร  interiore, le proprie mancanze e i propri limiti, รจ il primo passo per aprirsi alla grazia di Dio e accogliere la salvezza. Il benessere e l’autosufficienza possono diventare ostacoli alla crescita spirituale. L’omelia รจ un invito a non adagiarsi nella “prosperitร ” che rende ciechi, ma a rimanere consapevoli della propria umanitร  fragile e bisognosa di Dio.

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