don Ezechiele Pasotti commenta il Vangelo dell’8 novembre 2015

Nella 32.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù loda una povera vedova che getta due monetine nel tesoro del Tempio mentre tanti ricchi ne gettavano molte e dice:

«In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». 

Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:

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Anche il Vangelo di questa domenica ci mette davanti una parola fondamentale: “Non potete servire Dio e la ricchezza” (Mt 6,24). Gesù si è seduto di fronte al tesoro del tempio e osserva la gente che passa e vi getta monete. E chiaramente la sua misura di giudizio è ben diversa dalla nostra, perché egli non guarda alla quantità – Dio non ha proprio bisogno dei nostri beni – ma al cuore di chi getta le monete. E commenta ai suoi discepoli il gesto di una vedova che vi ha gettato “solo” due spiccioli: ma mentre tutti gli altri hanno dato “tranquillamente” del loro superfluo, lei “vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”. Ciò che Dio guarda è proprio questa misura del cuore. E questa misura non è un optional per alcuni chiamati speciali nella Chiesa – per i religiosi, per esempio, che fanno un voto di povertà – ma per tutti coloro che vogliono essere cristiani. Ce lo ricorda senza ambiguità il Catechismo della Chiesa: “Ai suoi discepoli Gesù chiede di preferirlo a tutto e a tutti, e propone di ‘rinunziare a tutti’ i loro ‘averi’ per lui e per il Vangelo. Poco prima della sua Passione ha additato loro come esempio la povera vedova di Gerusalemme, la quale, nella sua miseria, ha dato tutto quanto aveva per vivere. Il precetto del distacco dalle ricchezze è vincolante per entrare nel Regno dei cieli” (CCC 2544). Chiediamo al Signore, oggi, come dono dell’Eucaristia, il cuore di questa vedova per amare così il Signore, senza paure, senza compromessi.

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