Nella 23.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesรน guarisce un sordomuto. La gente, piena di stupore, dice:
โHa fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i mutiโ.
Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario โRedemptoris Materโ di Roma:
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[ads2] Gesรน viene dalla regione di Tiro, dove ha guarito la figlia della donna siro-fenicia, in pieno territorio della Decร poli pagana dove i demoniย hanno libertร di torturare gli uomini e di sfigurarli, ed รจ in cammino verso la Galilea. Gli presentano un sordomuto โe lo pregano di imporgli la manoโ. Sembra che non vogliano altro dal Signore, solo un gesto di compassione, una benedizioneโฆ Gesรน invece prende Lui lโiniziativa per ridare a questโuomo tutta la sua dignitร . Lo prende in disparte, lontano dalla folla, a tu per tu, โgli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccรฒ la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: โEffatร โ, cioรจ: โApritiโโ. Un insieme di gesti che ritroviamo nella prassi battesimale: รจ ciรฒ che il battesimo realizza nella vita dellโuomo. Il sordomuto โ che senza parola e senza ascolto rimane escluso dalla comunitร , povero e solo, โ rende bene la condizione dellโuomo senza Dio. Per quante cose uno possa avere, per quanto successo, per quante persone possa avere attornoโฆ, tutto rimane attornoโฆ, al di fuori di lui. Questo โIoโ ha bisogno di un โTuโ, di una comunione sponsale. Lโuomo, chiuso in se stesso per la sua profonda paura della morte, nella sua solitudine esistenziale, ha bisogno della parola di Cristo: โApritiโ, โVieni alla luceโ. Il battesimo รจ il dono di sรฉ che Dio fa allโuomo, perchรฉ lโuomo esca dalla sua solitudine e dalla sua paura e diventi dono a Dio ed ai fratelli. LโEucaristia viene a compiere questa parola: Dio si incontra con noi e noi troviamo i fratelli, la comunitร cristiana, lโumanitร intera.
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Fonte: Radio Vaticana
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