Nella dodicesima Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il Vangelo in cui Gesù, sulla barca con i discepoli, placa il mare in tempesta. E i discepoli esclamano:
«Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».
Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:
[powerpress]
[ads2]
Il Vangelo di oggi ci coglie sulla barca insieme a Gesù ed ai suoi discepoli, sul mare di Galilea, in mezzo ad una grande tempesta di vento. La barca si sta riempiendo di acqua e Gesù, a poppa, su un cuscino, dorme, come se nulla fosse! I discepoli, intimoriti e increduli di quanto stanno vedendo, lo svegliano agitati, dicendo: “Maestro, non t’importa che siamo perduti?”. Il Vangelo nota: “Si destò, minacciò il vento e disse al mare: ‘Taci, calmati!’. Il vento cessò e ci fu grande bonaccia”. Nuova e più densa è ora la meraviglia dei discepoli. Gesù li guarda e vede e sente la domanda nei loro occhi: “Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?”: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”. Commenta il padre Cantalamessa: “Questo messaggio di fiducia non ha perso nulla della sua forza consolatrice e risuona anche per la Chiesa d’oggi come un invito alla speranza. La Chiesa è sbattuta dal vento della contraddizione e della prova; i flutti del mare si riversano, al di sopra delle sponde, fin dentro la barca (ci sono discussioni e contese anche dentro la Chiesa), dando a qualcuno il brivido del naufragio imminente. Ma il Maestro dice anche a noi: ‘Perché siete cosi paurosi? Non avete ancora fede?’. Lui è dentro la stessa barca; porta la barca della Chiesa ed è portato da essa. E lui non può perire”. Sì, si tratta davvero di passare all’altra riva con il Signore: è tempo di uscire dalle nostre incredulità, dai nostri dubbi e di passare alla riva della fede!
Fonte: Radio Vaticana