In questa Domenica, solennità di tutti i Santi, la liturgia ci presenta il Vangelo delle Beatitudini. Gesù sale sul monte e così dice ai discepoli:
“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati”.
Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:
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[ads2] La Chiesa celebra questa domenica, primo di novembre, la solennità di tutti i Santi, la giornata della santificazione universale. Il grido appassionato di Dio – che risuona già come un ordine dato agli Israeliti: “Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo” (Lev 19,1-2) – attraversa tutta la Scrittura e tutta la storia. La santità di Dio – nella perfetta comunione del Padre, Figlio e Spirito Santo – è racchiusa tutta intera in Gesù di Nazaret. Nel Mistero della sua Pasqua, passione, morte, risurrezione ed ascensione al Cielo, Egli fa dono all’uomo del suo Spirito di Santità che, dalla Pentecoste, rifluisce sulla Chiesa, sull’intero popolo di Dio. Ed in questi venti secoli di storia, la gloria di questa santità costituisce la testimonianza più preziosa, la garanzia più certa della presenza e dell’azione di questo Spirito tra i suoi figli. Se pure tante pagine della sua storia sono state macchiate dalla debolezza, quando non dalla malvagità di figli della Chiesa, a mostrare che il Battesimo non ci strappa magicamente dalla nostra natura umana decaduta, i santi accompagnano ogni giorno di questa storia con la fede, cioè con la fedeltà di Dio, e con la sua carità divina, con la sua “speranza contro ogni speranza”. Ed i poveri in spirito, i miti, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace… – delle beatitudini che oggi risuonano nelle parole del Vangelo – sono davvero coloro che, con il loro sangue e spesso nel silenzio più totale, hanno fatto la storia dell’umanità.
Fonte: RADIO VATICANA
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