don Domenico Bruno – Commento al Vangelo del 8 Gennaio 2022

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Compatire è uno stato profondo che vive insieme a chi sta soffrendo. Per entrare in empatia con quel dolore c’è bisogno di tanto amore, di tanta capacità di mettersi nei panni dell’altro senza rimanerci incastrato.

È quello che fa Dio: è entrato nella carne umana per sentire le sofferenze e i bisogni umani ma non restandovi intrappolato in queste dinamiche troppo umane. Anzi Gesù suggerisce un modo per uscirne: date agli altri voi stessi da mangiare. E dopo che uno mangia a sazietà non vuol sentir più parlare di cibo, vuol dire che sta bene.

Essere cristiani significa questo: entrare nella carne dell’altro, comprendere i suoi bisogni aiutarlo a soddisfarli. Quell’aiuto deriva da quanto ci spenderemo per quella persona senza consumarci. Se ci consumassimo, se ci lasciassimo coinvolgere si interromperebbe l’aiuto diventando così due le persone che andrebbero aiutate.

Donarsi finché l’altro non stia bene serve a noi per migliorarci ed esercitarci in tutto il bene possibile (e perché no, sperimentando anche i fallimenti che ci ricordano che siamo umani) e serve a chi viene aiutato perché stia meglio.

Ma per incarnarsi nell’altro, il vero problema è saper uscire da se stessi senza perdersi…

  • E tu cosa fai per staccarti da te stesso?

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