Se pensiamo che abbiamo bisogno di sentirci perfetti per essere degli ottimi credenti, ci sbagliamo di gran lunga! Anzi, siamo nel pieno di una grossa tentazione e dovremmo rileggerci questo brano del Vangelo.
È bello che per parlare della volontà di Dio, Gesù usi una parabola in cui un uomo organizza una festa ma nessuno vuole parteciparvi. Infine, il padrone dice al suo servo di costringere chiunque trovi a entrarvi perché la sua casa si riempia.
Dio ha tremendamente paura di restare solo e ha tremendamente paura che le sue creature non lo riconoscano e quindi sentendolo estraneo si allontanino da Lui. A ben pensare questo è lo scopo del tentatore: farci avvertire Dio come estraneo al punto da sentirci imperfetti e indegni quindi sfiduciati che nessun nostro sforzo riuscirà a farci entrare nel suo regno. Dunque non possiamo che arrenderci al peccato.
Dio Padre, invece, non è così: ci costringe a stare con lui nonostante le nostre imperfezioni, pur di strapparci dalla dannazione eterna. La sua misericordia è tale che non tiene conto dei nostri peccati, anche perché nessuno si salverebbe.
Gesù sulla croce non è morto per qualche perfetto, ma per tutti, perché siamo tutti creature amate dal Padre, e possiamo raggiungerlo solo se vorremo metterci alla sua sequela.
Fonte: il blog di don Domenico | Unisciti al suo canale Telegram @annunciatedaitetti oppure clicca QUI |Visita anche il suo canale YOUTUBE