don Domenico Bruno – Commento al Vangelo del 6 Giugno 2023

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Il potere, i titoli… sono cose che appartengono a questo mondo e a questo mondo resteranno anche quando partiremo per il cielo. Eppure tutti le vogliono.

Gesù non cede alla provocazione dei farisei e degli erodiani. Ne comprende le loro intenzioni perché la purezza dei suoi intenti gli permette di vedere chiaro e smascherare l’inganno. Gli chiedono se è giusto pagare il tributo a Cesare. Gesù non risponde subito, di pancia, come siamo a abituati a fare noi, ma opera sempre dei ragionamenti. 

Possiamo dire che il Signore opera in modo maieutico, ossia conduce per mano l’interlocutore con brevi domande e risposte per indurlo a riconoscere il criterio della verità rispetto alla falsità delle sue presunzioni.

In altri termini, Gesù si fa prossimo, cioè induce il suo vicino a ragionare per giungere a una conclusione, cioè non gli fa piovere qualcosa a cui avrà difficoltà ad aderirvi, ma lo aiuta a cercare e mettere fuori la verità che lo abita alimentando così il desiderio di aderire ad essa.

Gesù fa notare che la moneta è cosa materiale e quindi appartiene a questo tempo, a colui che l’ha fatta coniare imprimendo su di essa la sua immagine. Invece noi siamo immagine di Dio, quindi a Dio non vanno offerte cose materiali, ma noi stessi. Le cose passano, chi rimane legato a Dio invece no. 

La verità è la destinazione da raggiungere, l’amore è la strada da percorrere per arrivarci.

  • e tu conduci a una verità o sei più per affermarla con autorità?

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