Il Vangelo ha un elemento interessante che ci riguarda tutti.
Spesso lottiamo per sapere le cose esatte della fede. Il brano di oggi inizia senza indicare quanti siano precisamente i Magi. I dato numerico non ci interessa, ma ci interessa quello che donano.
Erode, invece, chiede ai Magi il momento esatto in cui è comparsa la stella e di informarsi accuratamente sul luogo in cui si trova il bambino cosicché possa andarci anche lui. In realtà, Erode vuole sapere, non vuole conoscere. Il sapere è lontano da Dio, perché non porta nella profondità delle cose, resta nel razionale.
Dio non si può sapere, ma va conosciuto, se ne deve fare esperienza, cioè permettergli di entrare nella nostra profondità e noi sprofondare in Lui.
Gli amici sono tali perché si conoscono non su un piano razionale o biografico, ma su un piano affettivo ed esperienziale. Ecco perché Gesù vuole chiamarci “amici”.
Chi ha Dio per amico, anche se non lo comprende razionalmente conosce tante verità profonde che lo aiutano a camminare. La prima lettura, a tal proposito, è un pieno di speranza: chi si impegna a conoscere Dio e ad averlo come amico è rivestito di luce, diviene raggiante e, come il sole quando è buio o viene coperto dalle nubi, non smette di splendere.
Conoscere Dio è così: sai che nulla ti abbatterà perché, come diceva san Giovanni Bosco, “se siamo con Dio, allora siamo la maggioranza!”
I Magi fanno dei doni a Gesù:
- l’oro è ciò che aiuta a vivere, il nostro oro lasciato da Gesù è il pane eucaristico, fondamentale per fare comunione con Dio e tra noi. La comunione ci permette di sostenerci e significa saper essere in pace nonostante le differenze. Un cristiano senza comunione è una persona senza arti: può vivere, ma è molto limitato e ciò potrebbe generare incomprensione e conflitto con gli altri.
- l’incenso è segno della preghiera: Gesù se lodato ogni giorno ci permette di metterci in comunicazione con Dio Padre e di sperimentare quell’amore di cui siamo amati e ci consente di vivere quell’amore anche con chi ci sta introno senza rivalità e giudizio.
- la mirra è prefigurazione della morte di Gesù: il Signore darà la sua vita per chiunque creda in Lui affinché il suo sacrificio gradito a Dio diventi fonte di salvezza dell’anima dalla dannazione eterna dalla quale non potranno sottrarsi quanti rifiutano Dio.
I Magi ci ricordano ciò che siamo chiamati a fare per essere dalla parte del Signore ed essere sempre raggianti.
Fonte: il blog di don Domenico | Unisciti al suo canale Telegram @annunciatedaitetti oppure clicca QUI |Visita anche il suo canale YOUTUBE