Gesù anche oggi ci consegna una grande lezione di umiltà.
Tante volte sprechiamo forze per ottenere posti o incarichi di visibilità… se solo utilizzassimo le stesse energie e lo stesso tempo per pregare, quante persone ne beneficerebbero in termini di santità e di salvezza!
Infatti, quando si cerca una promozione o un incarico, in particolare all’interno della Chiesa, bisogna prima di tutto chiedersi con grande sincerità: per chi lo sto facendo? Quante persone ne ricaverebbero vantaggio? Ma soprattutto: quell’incarico che vorrei ottenere, quanto gioverebbe in termini di santificazione e di salvezza delle anime?
Invece, quando si cerca un servizio di rilevanza, o di potere, che richiede una maggiore visibilità, spesso si nasconde un senso di narcisismo e di egoismo che spingono non tanto a servire Dio e il suo popolo, ma ad accarezzare il proprio ego.
In questi giorni il Signore ci sta facendo un appello chiaro a uscire da noi stessi, a svuotarci dell’uomo vecchio che vuole essere sempre al primo posto e far dominare Dio.
Ricordo sempre la piccola Santa Teresa di Lisieux che dalla sua cella del monastero carmelitano, dove viveva in clausura, comprese quale fosse il suo posto nella Chiesa e disse: “Nel cuore della Chiesa io sarò l’amore e in tal modo sarò tutto e il mio desiderio si tradurrà in realtà”. Teresa non è mai andata in missione, non ha mai avuto ruoli di rilevanza agli occhi del mondo, ma nel segreto della sua camera pregava per il mondo e per coloro che erano in prima linea. Li sosteneva spiritualmente perché operassero efficacemente per Dio.
Non bisogna avere per forza i primi posti per servire il Signore o per essere qualcuno: basta fare bene il proprio compito e a catena tutti ne beneficeranno.
- ti sembra poco?
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