A volte vorremmo un Dio che ci convinca con prove schiaccianti, che ci metta davanti a un miracolo indiscutibile. ร quello che cercava il funzionario del re nel Vangelo di oggi (Gv 4,43-54). Suo figlio sta per morire, e lui fa lโunica cosa che un padre disperato puรฒ fare: cerca aiuto. Ma Gesรน non gli dร subito ciรฒ che chiede. Gli chiede invece di fidarsi: โVaโ, tuo figlio viveโ.
Noi siamo come quel funzionario. Abbiamo bisogno di certezze. Vogliamo sapere se le nostre scelte funzioneranno, se lโamore che investiamo verrร ricambiato, se il futuro sarร dalla nostra parte. Eppure, proprio come il funzionario, ci viene chiesto di fare un salto nel vuoto. Non vediamo subito il miracolo, ma dobbiamo camminare credendoci.
Nel mondo di Gesรน, i funzionari reali erano spesso corrotti, uomini di potere che sfruttavano la gente. Ma questโuomo mette da parte il suo ruolo sociale: si umilia, chiede aiuto, crede. Ed รจ questo che cambia tutto. San Francesco di Sales diceva: โNulla รจ cosรฌ forte come la dolcezza, nulla รจ cosรฌ dolce come la vera forzaโ. Il funzionario trova la forza proprio nella fiducia.
Pensaci: quante volte nei rapporti di oggi pretendiamo garanzie? โSe ti fidi di me, allora dimostramelo.โ โSe mi vuoi bene, allora fai questo.โ Ma la fiducia vera non funziona cosรฌ. Non si compra, non si dimostra con contratti. O la scegli, o la perdi.
La Quaresima รจ il tempo per imparare a fidarsi. Fidarsi che, anche quando non vediamo subito risultati, Dio sta giร operando nella nostra vita. Proprio come nella prima lettura (Is 65,17-21): il Signore promette un futuro nuovo, anche se ora vediamo solo macerie.
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- E tu, sei disposto a camminare senza avere tutte le risposte?
don Domenico Bruno
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