don Domenico Bruno – Commento al Vangelo del 28 Settembre 2023

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“Cercavano di vederlo”.

Ogni volta che capita qualcosa che non gradiamo o non comprendiamo subentra un atteggiamento di sfiducia nei confronti di Dio: basti anche il solo pensare che Dio è Dio e si trova in cielo o chissà dove e che non c’entri con la terra.

Erode fa esattamente questo errore: pieno di mentalità mondana, non riesce a valutare gli avvenimenti che si raccontavano circa la figura di Gesù. Ciò che risulta facile fare è parlare di qualcuno o qualcosa che è passato: si parla di Giovanni, Elia, i profeti che sono risuscitati… qualcosa che presa dal passato si ripresenta. Dio, invece, è novità, ma una novità come quella divina non la si può comprendere con una mentalità vecchia o con uno sguardo limitato alle cose fisiche, bisogna aprirsi a una mentalità che sa andare oltre.

Ogni cristiano incapace di novità, è una persona che crede in un Dio morto, in un Dio che è superstizione, regole, ecc. Dio padre ci apre alla novità di essere figli amati. Non solo. Dio padre, col Battesimo, ci rende simili a Lui, quindi capaci di agire in modo divino. Ma per far questo dobbiamo avere la capacità di rinnovare la nostra mente, cioè di convertirci e vedere le cose come le guarda Lui, di amare come ama Lui, di intendere la vita come la intende Lui… senza limiti, infinita.

Allora capiremo che anche noi siamo infinito e che Gesù ci ha salvato dalla finitezza umana.

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