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don Domenico Bruno – Commento al Vangelo del 26 Marzo 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 13, 21-33.36-38

L’ora del tradimento è sempre più vicina. La tensione sale sempre più, ma Gesù ne è consapevole. È esemplare che non faccia nulla per fuggire a questo momento, ma anzi lo attende, in senso etimologico, cioè va verso quel momento perché sarà la realizzazione della salvezza.

Gesù sta insegnando ai suoi che quel tradimento è necessario affinché si potrà vedere la gloria di Dio. Senza quella morte traditrice e infame, senza l’abbassamento più vigliacco e vergognoso, non si sarebbe mai avuto l’effetto lampante della contrapposizione della gloria. In altri termini: senza aver conosciuto il buio pesto, non si potrà mai riconoscere la bellezza della pienezza della luce che fa vedere le cose in modo chiaro e diverso.

Questa è la nostra vita: ogni volta che cercheremo di fuggire dalla tristezza e ci rinchiuderemo in false gioie, non faremo mai l’esperienza del buio e quindi non riusciremo mai a cogliere lo splendore della luce quando arriverà. Se non faremo l’esperienza del pane secco e duro, non sapremo mai apprezzare la bontà del pane fresco, caldo, morbido e profumato.

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Ogni volta che ci accontentiamo delle nostre abitudini, delle piccole luci di felicità che ci vengono offerte pur di evitare di accettare quei passaggi di buio che il Signore ci chiede, non impareremo mai a vedere e apprezzare la luce piena e gloriosa con la quale Dio vuole investirci. Così vedremo le cose in modo sempre oscuro e negativo e Dio sembrerà sempre un punitore macabro.

La tentazione è sempre in agguato: ci mette davanti false glorie per non renderci partecipi della vita eterna che già ci sta attendendo.

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