Qualche mese fa ha fatto il giro del web una foto scattata in una metropolitana asiatica: un uomo ben vestito, assorto nel suo smartphone, sedeva accanto a un senzatetto avvolto in una coperta sporca. I due erano vicinissimi, ma separati da un abisso invisibile. Se ci pensi, non รจ solo una scena di cronaca: รจ la nostra quotidianitร . Viviamo affiancati, ma spesso senza vederci davvero.
Nel Vangelo di oggi, Gesรน racconta di un uomo ricco che veste di porpora e banchetta ogni giorno, mentre un povero di nome Lazzaro giace alla sua porta, coperto di piaghe. Il ricco non lo maltratta, non lo caccia: semplicemente lo ignora. E questo รจ il punto. Il problema non รจ la ricchezza, ma lโindifferenza.
Quante volte siamo il ricco epulone? Non perchรฉ abbiamo soldi, ma perchรฉ ci isoliamo nelle nostre bolle, nei nostri problemi, nei nostri social, mentre accanto a noi qualcuno chiede attenzione, ascolto, dignitร . La povertร piรน grande non รจ quella materiale, ma lโessere invisibili agli altri.
A proposito di dettagli storici, sapevi che il colore porpora nel tempo di Gesรน era ottenuto da un mollusco rarissimo e costava una fortuna? Solo i potenti potevano permetterselo. Ma il vero lusso, oggi come allora, non รจ lโabito che indossi, ma la capacitร di accorgerti dellโaltro.
Nei rapporti di oggi lโindifferenza รจ il grande virus: ci basta un โvisualizzatoโ senza risposta per sentirci trasparenti, un invito ignorato per dubitare di noi stessi. Eppure, la Quaresima รจ il tempo giusto per ribaltare questa dinamica: aprire gli occhi, fare spazio, passare dal โnon mi riguardaโ al โti vedo, sei importanteโ.
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don Domenico Bruno
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