Come si fa ad essere perfetti?
Anzitutto cerchiamo di intenderci a quale perfezione facciamo riferimento:
i cristiani si chiamano così perché vogliono seguire Cristo, colui che in qualche modo hanno conosciuto e hanno scelto di continuare a seguire perché ispira bellezza, saggezza, salvezza. Una salvezza che deriva forse da un modo di vivere autentico.
Spesso crediamo che la perfezione sia non sbagliare, avere sempre successo… l’autenticità non è sinonimo di plastica, di artefatto, ma di miglioramento in divenire. Una freccia, ad esempio, tende al centro del bersaglio, ma non sempre si riesce a colpirlo al primo tiro, a volte c’è bisogno di più tentativi prima di riuscirci.
Seguire Cristo significa seguire un uomo che andava oltre la sua umanità, un uomo che per la sua opera ha testimoniato di essere davvero Figlio di Dio. Essere perfetti, allora, significa essere Figli di Dio, il perfetto per eccellenza. E ogni volta che manchiamo il bersaglio, cioè che non siamo perfetti perché ci comportiamo in modo diverso da Gesù, la perfezione sta nel non scoraggiarsi, ma dire: ci riprovo finché non migliorerò.
Solitamente sento dire: “che vado a fare in Chiesa, dopo quello faccio Dio che se ne deve fare di me?”. Altri dicono: “non vado in Chiesa perché tutti quelli che ci vanno non sono degni” (quesi che lui invece lo sia!). E invece in Chiesa ci andiamo perché Gesù non ha scelto uomini perfetti, ma imperfetti che volessero aspirare alla perfezione, alla santità, alla testimonianza bella di essere Figlia amati di un Dio che ama tutto di noi… anche la nostra piccola imperfezione e la ama ancora di più quando gliela offriamo perché lui la migliori.
- La tua imperfezione è motivo di blocco o di miglioramento?
Fonte: il blog di don Domenico | Unisciti al suo canale Telegram @annunciatedaitetti oppure clicca QUI |Visita anche il suo canale YOUTUBE