don Domenico Bruno – Commento al Vangelo del 20 Gennaio 2023

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Gesù compie tre azioni: chiama e manda. Ma prima di farlo sale sul monte, cioè si mette in relazione con il Padre perché quelli che deve chiamare, e la missione che deve loro assegnare, sono frutto di preghiera, di colloquio con il Padre. Gesù, pur essendo Figlio di Dio, e per sua natura Dio stesso, resta in comunione con Dio Padre. 

È bello pensare che anche noi siamo chiamati dal momento in cui siamo stati battezzati. Infatti ci viene dato un nome. E con quel nome diventiamo figli di un Padre che ci chiede un’unica cosa: amare come lui ci ama.

Quando Gesù manda a predicare non chiede altro che parlare dell’amore che hanno sperimentato quando si sono sentiti chi-amati. Com’è bello quando ci chiamano per nome e ci danno un incarico. Specie se quell’incarico serve per il bene di molte persone: ci sentiamo responsabili di una missione importante. 

Gesù chiama per annunciare al mondo che Dio ci ama. Indipendentemente che siamo più o meno peccatori. Il potere di scacciare i demoni, poi, dipende da quanto amore siamo capaci di trasmettere non tanto con le parole, quanto con i fatti. In effetti, se il demonio odia, rovina la persona e la fa sentire disprezzata, l’amore opera al modo opposto: fa sentire accolti, custodisce ed esalta la persona per le sue qualità. 

  • E tu a chi sei mandato ad annunciare questo amore?

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