Ti è mai capitato di essere accusato ingiustamente?
La prima lettura di oggi fa da specchio al Vangelo. Sebbene Susanna non fosse colpevole ed era stata accusata, la sua fiducia in Dio l’ha salvata.
Nel Vangelo, invece, la donna che viene accusata probabilmente era davvero peccatrice, ma la sua fiducia in Gesù la salva. In entrambi i casi, benché l’opera umana sia stata annullata, la salvezza non risiede nel giudizio degli uomini, ma nel giudizio di Dio.
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La spiazzante affermazione di Gesù diventa un esame di coscienza per quanti si ostinano a giudicare credendo di possedere la verità e l’immunità dal peccato. Gesù non rimprovera, ma accende un ragionamento che spesso dimentichiamo quando assumiamo un potere, o un semplice incarico: crediamo di essere migliori e il minimo errore altrui deve essere condannato.
Dietro questa condanna si nasconde una severità di giudizio che abbiamo contro noi stessi e ci richiudiamo in un formalismo che però ci infastidisce perché tutti vorremmo essere liberi. Chi rompe gli schemi diventa per noi un esempio di vita che noi invece non siamo riusciti a realizzare e per questo ci dà fastidio perché per apparire forti agli occhi altrui abbiamo bisogno di dimostrare un’integrità morale che in realtà non ci appartiene.
Il peccato non ce lo togliamo da soli, ma è Cristo che ci toglie il peccato, per questo ogni volta che pure ricadiamo nell’errore possiamo salvarci sempre: Cristo con la sua morte elimina tutte le nostre infedeltà presenti e future.
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Avere fede, allora, significa non essere perfetti, ma accogliere la propria imperfezione affidandosi a colui che solo può migliorarci. Da soli non ne avremmo mai la forza.
Dio ti ha perdonato, qualsiasi cosa tu abbia fatto. Ora perdonati tu…
Fonte: il blog di don Domenico | Unisciti al suo canale Telegram @annunciatedaitetti oppure clicca QUI |Visita anche il suo canale YOUTUBE