Perdonare fa volare
Quella persona con me ha chiuso. Anzi per me è come se fosse morta!
Quante volte abbiamo detto o sentito frasi del genere. Sono frasi molto vendicative, rancorose, per nulla adatte alla bocca né al cuore di un cristiano.
La scorsa settimana abbiamo sentito che Gesù ci invita alla correzione fraterna. Il Signore ci chiede di operare come agisce Lui con noi: recuperare il fratello, evitando che si perda e faccia di peggio.
Il discorso del perdono sembra semplice da affrontare e mai facile da praticare. Spesso ho sentito dire: non sai quante volte ho perdonato, e per l’ennesima volta ha tradito la mia fiducia.
Il problema, allora, non è solo nella persona che “tradisce”, ma in chi non riesce a imparare la lezione. La lezione non è di abbandonare il “traditore”, ma accoglierlo ogni volta con una consapevolezza e una maturità tali che lui si senta accolto, come il Figlio prodigo. La parte lesa, invece, è chiamata a scoprire il buono che c’è in ogni creatura e in particolare in quel fratello e impari a comportarsi in maniera appropriata.
Dire che una persona per me è morta, significa annunciare la morte, non la vita. Significa chiudere qualcuno in un sepolcro senza possibilità di risurrezione. Magari, qualche nostra buona parola o un buon esempio si seminano nel cuore di chi è incapace di amare e, chissà, che un giorno non torni a riflettere l’immagine del Padre celeste.
Imparare a perdonare 70 volte 7, significa perdonare sempre una volta di più rispetto a quando diremmo: “Basta, è finita!”. Questo tipo di perdono è il perdono di Dio padre che ad ogni nostro errore non ci annienta, ma continua a darci fiducia e ogni volta fortifica in noi quell’amore di cui sente che abbiamo più bisogno rispetto ad altri.
Non ci chiede mai nulla di superiore alle nostre capacità: Lui ci ha fatti e Lui sa…
- In questa settimana chiedi al Signore
Fonte: il blog di don Domenico | Unisciti al suo canale Telegram @annunciatedaitetti oppure clicca QUI |Visita anche il suo canale YOUTUBE