Il primo messaggio della parabola è chiaro e viene riassunto da Gesù: come siamo stati perdonati, cioè come a noi è stato condonato un debito, così i discepoli di Gesù devono fare agli altri: è la formula del Padre Nostro sul perdono che troviamo ancora nel vangelo di Matteo.
Ma un altro significato è dato da un aspetto opposto a quello che subito notiamo nel racconto. Più che di un debito, dovremmo parlare di un credito, di un dono. Infatti: seguendo la logica della narrazione, come ha potuto quel servo accumulare così tanti soldi? Dove li ha presi? Chi glieli ha dati? Si parla qui di talenti.
Matteo è il vangelo che più di altri parla di monete e denari, in esso è contenuta la parabola dei talenti che non sono solo soldi o debiti, ma è il patrimonio da investire, ricevuto dal padrone che sta per partire.
Forse Gesù sta dicendo che tutti (i servi) veniamo al mondo con un enorme debito nei confronti di chi ci ha creati (il re); che la nostra vita ha un enorme valore e che a tutti è stata data una quantità infinita di beni e doni. Se riconosciamo di essere debitori, sentiremo di tentare di restituire a Dio e al prossimo il bene ricevuto e lo faremo con i modi e i mezzi che più ci appartengono: i doni che Dio ci ha messo dentro.
- Conosco i miei talenti? Li rendo fruttosi per un servizio generoso?
Fonte: il blog di don Domenico | Unisciti al suo canale Telegram @annunciatedaitetti oppure clicca QUI |Visita anche il suo canale YOUTUBE