don Domenico Bruno – Commento al Vangelo del 12 Ottobre 2023

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Pregare significa chiedere. Il problema è capire cosa chiediamo, anzi cosa vogliamo.

Chiedere è un atto di umiltà, purtroppo viviamo in un tempo in cui dilaga la mentalità egoistica e autosufficiente. L’orgoglio di non voler chiedere a nessuno per dimostrare che possiamo farcela da soli è ciò che impedisce agli uomini di crescere in società e fare comunione.

Il consumismo ci sta abituando a poter contare sulle nostre proprie forze e a ottenere quanto ci è utile per poter provvedere a tutto da soli. Insomma, ci stiamo abituando a vivere come individui singoli, non come persone che fanno parte dell’unica famiglia umana.

La preghiera è il modo col quale ogni giorno possiamo restare umani e ricordarci che siamo figli di un Padre che non ci fa mancare niente di ciò di cui possiamo aver bisogno. Spesso, però, noi non vogliamo solo ciò di cui abbiamo bisogno, ma anche il superfluo, non certo per sfizio, ma per delirio di onnipotenza e spirito di rivalità, per non sentirci inferiori a nessuno.

Mantenere il dialogo, ossia la preghiera, con Dio Padre significa allenare la nostra umiltà e liberarci dal desiderio di controllare tutto. Abbandonarsi a Dio non è una questione di comodità, ma la filiale consapevolezza, cioè aver fiducia, che il Signore provvede a tutto ciò di cui abbiamo bisogno, basta chiederglielo. Non importa se non arriverà come avremmo voluto.

Aver fede significa saper vedere come Dio stia agendo e rispondendo alla nostra richiesta, perché un Padre non abbandona mai i figli.

  • chiedi oggi la grazia di vedere l’azione di Dio nella tua quotidianità.

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