Quando facevo missione nelle scuole superiori incontravo sempre dei ragazzi che ci tenevano a informarmi apertamente del loro ateismo, agnosticismo, del loro semplice disinteresse per la fede. Il mio unico scopo non era convertire, ma chiacchierare.
Il motivo ricorrente a questa loro posizione era aver incontrato uomini e donne di chiesa che avevano proposto la fede come una serie di privazioni e di regole da seguire. Ho pensato a quanta responsabilità abbiamo tutti noi cristiani nella vita delle persone che incontriamo.
Gesù rimprovera i dotti della Scrittura Sacra perché sicuramente conoscono le lettere scritte, ma non hanno ancora fatto esperienza della Parola di Dio, il cui unico comandamento è l’amore.
Se abbiamo scelto di credere è perché ci siamo sentiti amati. Se sbagliamo vogliamo essere perdonati.
- Perché allora non iniziamo a condividere proprio questi sentimenti di fede con le persone che incontriamo?
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