Qualche tempo fa, una celebritร รจ stata criticata per un post sui social in cui dichiarava di โpregare per le vittimeโ di una tragedia. Il problema? Aveva copiato e incollato una frase generica, senza nemmeno conoscere i dettagli della vicenda. Sembrava piรน un atto di immagine che una vera partecipazione. ร curioso come, anche nella nostra vita, la parola possa diventare solo un rumore di fondo, svuotato di significato.
Gesรน, nel Vangelo di oggi, ci mette in guardia proprio da questo: โNon sprecate parole come i paganiโ. Noi parliamo tanto, scriviamo messaggi su WhatsApp, commentiamo, reagiamo. Ma quante delle nostre parole sono davvero autentiche? Quante sono dette solo per riempire un vuoto o per fare bella figura?
Quando Gesรน insegna il Padre Nostro, ci sta offrendo un modello essenziale: poche parole, ma dense, vere. Non servono formule magiche, ma un cuore che si espone. E questo vale anche per i rapporti: non basta dire โti voglio beneโ o โmi dispiaceโ, se dietro non cโรจ una reale intenzione di esserci.
Nel mondo ebraico ai tempi di Gesรน, i rabbini dicevano che una preghiera ripetuta meccanicamente era come un corpo senzโanima. San Basilio aggiungeva che pregare senza vivere ciรฒ che si dice รจ come piantare un albero senza radici: โLe foglie ci sono, ma il frutto non arriverร maiโ. Forse anche la nostra fede, a volte, รจ cosรฌ: parole senza radici, senza frutto.
E allora la Quaresima puรฒ essere lโoccasione per rimuovere il superfluo e ritrovare lโessenziale. Smettere di parlare per riempire i silenzi e iniziare a dire solo ciรฒ che conta davvero. Anche nei rapporti: un โcome stai?โ detto con attenzione vale piรน di mille discorsi vuoti.
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Quindi oggi fermati un attimo e chiediti:
- le mie parole costruiscono qualcosa o sono solo voci?
don Domenico Bruno
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