Ciò che mi colpisce di Gesù è la capacità di rifuggire dagli applausi e dalla ricerca della gloria umana. Il Signore spesso va in disparte e prega, cioè parla con il Padre e, spesso, quando lo cercano cambia strada. Potrebbe sembrare un atteggiamento presuntuoso e scostante, ma ci sta insegnando che chi lo vuole seguire per davvero non lo deve fare perché vuole ottenere qualcosa in cambio.
Seguire Gesù è a perdere: perdere la propria vita, come molte volte ripete alle persone che incontra, perdere la gloria personale, cercando invece il modo di rendere gloria a Dio…
A volte sento di alcuni che si dicono profeti e operano cose sensazionali. Molto spesso sono santoni in cerca di celebrità e soprattutto denaro.
L’opera del Signore è autentica perché non riconduce a se stesso, ma a Dio. E quando si accorge che le persone verso le quali compie azioni di liberazione e di integrazione sociale si stanno legando alla sua persona umana piuttosto che riconoscere in lui la figliolanza divina, ecco che cambia strada.
- nella tua opera educativa o di evangelizzazione cosa cerchi davvero?
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