don Dario Gervasi – Commento al Vangelo di domenica 13 Ottobre 2019 per bambini

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La tua fede ti ha salvato!

Cari bambini ben trovati!

Il vangelo di oggi ci presenta la storia molto interessante di ben 10 lebbrosi che vanno da Gesù e urlano per essere guariti. Proviamo a pensare come potessero essere i sentimenti di questi poveri lebbrosi: quando camminavano dovevano usare dei campanelli e gridare: “Lebbroso impuro”. Tutti erano terrorizzati da loro perché non volevano attaccarsi la malattia che era terribile. Anzi gli Ebrei pensavano che era colpa loro che si erano procurati la lebbra a causa dei loro peccati. Quindi pensavano che scontassero giustamente la loro pena.

Che razza di situazione! Questi dieci probabilmente vivevano insieme per darsi coraggio, ma erano senza mangiare, poveri ed esclusi. Quando sanno che Gesù passa dalle loro parti vanno a cercarlo e, trovatolo, urlano ad alta voce un grido di aiuto! E Gesù li aiuta subito, gli dice di andare dai sacerdoti. Grande Gesù! Appena li sente già li guarisce! Come se un malato dovesse andare a fare una operazione all’ospedale e il medico gli dice: “Guarda operazione già fatta, ti manca solo di pagare il ticket!”. Quando si era guariti infatti si andava dal sacerdote che constatava la guarigione e offriva un sacrificio. Il miracolo era avvenuto perché questi dieci lebbrosi si erano fidati della semplice parola di Gesù! La Parola di Gesù aveva compiuto meraviglie, come al solito. Però succede una cosa strana: nessuno torna indietro a ringraziare Gesù! Sembra impossibile eppure è così! Solo un Samaritano torna indietro e ringrazia Gesù. Forse questi lebbrosi non erano malati solo nel corpo ma erano malati anche nello spirito. Vogliamo indovinare quale fosse la malattia di questi nostri protagonisti? Si, è facile, è una malattia molto diffusa che si chiama così: Ingratitudine. E’ veramente una malattia molto diffusa se solo uno su dieci è tornato indietro!

Credo che il Vangelo ci voglia aiutare a capire due cose: possiamo chiedere aiuto con tutta la voce che abbiamo a Gesù e Lui ci ascolta; poi però dobbiamo imparare a ringraziarlo altrimenti non saremo veramente felici. Infatti quando non diciamo grazie non siamo felici e neanche facciamo felici gli altri. Pensate se mamma ci fa un bel dolce e ci mette tutto il pomeriggio per farlo più buono possibile e noi ne prendiamo una fetta e poi diciamo subito: “Mamma ne vorrei un altro!”, senza neppure dire: “Grazie mamma!”. Oppure pensate se papà ci porta a vedere una bella partita di calcio e non lo ringraziamo neppure. Rimarrebbe molto male!

Ogni volta che non diciamo grazie non ci rendiamo conto del bene che ci viene fatto. Tante persone non riescono a capire Dio, ma in realtà è così facile riconoscerlo. Bisogna solo imparare a dirgli grazie per quello che ci circonda. A proposito voglio raccontare una piccola storia: tre bambini furono chiamati per andare ad inaugurare un nuovo parco giochi costruito da poco. Ognuno di loro poteva giocare a volontà e sperimentare tutte le attrattive senza pagare nulla, per un solo giorno di tempo. Il primo arrivò e iniziò a provare angosciato tutti i giochi e pensava: “ Mi devo sbrigare sennò non potrò divertirmi fino in fondo”. Arrivò alla fine della giornata stanchissimo e deluso perché non era riuscito a provare tutto e pensava fra sé: “Ecco nella vita sono sempre sfortunato, ora che avevo una bella occasione l’ho persa!”. Il secondo invece guardò con attenzione i giochi perché doveva capire se erano fatti bene e pensava che dietro quell’invito ci fosse qualcosa di poco chiaro. Arrivò alla fine del giorno pensando: ”Sicuramente qui c’è sotto qualcosa e non mi hanno detto la verità, come al solito mi hanno preso in giro!”. Il terzo quando arrivò rimase meravigliato della quantità di giochi e pensò: “Che bello, chi dovrò ringraziare per avermi offerto questo spettacolo?” e passò una giornata meravigliosa felice che qualcuno si fosse ricordato di lui per dargli una occasione simile. Con Dio, con le persone care spesso facciamo lo stesso errore, siamo poco capaci di dire Grazie! La gratitudine è uno degli ingredienti fondamentali della Fede!

Quando noi celebriamo l’Eucarestia in realtà celebriamo il Giorno del Grazie, infatti la parola Eucarestia significa proprio: rendere grazie. E’ il giorno in cui noi possiamo essere felici perché impariamo a riconoscere il bene che Gesù ci vuole, e a stare insieme agli altri nel suo nome.

Un piccolo compito per casa: quando facciamo la preghiera della sera diciamo queste tre cose: diciamo grazie al Signore per almeno una delle tante cose belle che abbiamo vissuto; chiediamo perdono per una cosa brutta che abbiamo fatto; chiediamo di vivere bene il giorno che verrà. Impareremo anche noi ad accogliere ogni giorno come un dono nuovo di Dio.

Buona domenica, don Dario

Dal sito omelie.org

Don Dario GERVASI

Clero Romano – nato a ROMA, il 9 maggio 1968 nazionalità italiana   ordinato Presbitero il 22 maggio 1994 in San Pietro in Vaticano – ROMA per la Diocesi di ROMA residente Clero secolare opera nella Diocesi di ROMA   Viale Bruno Rizzieri 120 – 00173 ROMA tel. e fax 06-72.12.980   Incarichi attuali: Parroco Santi Gioacchino ed Anna (Sett.: Est – Pref.: XX)