don Cristiano Mauri – Commento al Vangelo del 9 Luglio 2020

Ascolto E Sguardo

Il commento al Vangelo del giorno di don Cristiano Mauri.

Ci troviamo all’interno del cosiddetto «discorso missionario» del Vangelo di Matteo. Gesù ha appena scelto i dodici e li ha resi partecipi della sua autorità, dando loro la facoltà di guarire.

Posta questa premessa, Matteo passa alle indicazioni concrete che i missionari dovranno rispettare. Parole forti e radicali che mettono soggezione a un cristianesimo non di rado sedentario come quello attuale.

Quella che l’evangelista ritrae è la fotografia dei radicali itineranti dei primi tempi che lui e la sua comunità vedevano all’opera.

Per quanto venga facile guardarli come reperti archeologici di un’altra epoca, non possiamo certo affermare che esistano pezzi di Vangelo da destinare al museo, dunque il loro stile va preso in considerazione.

C’è anzitutto il compito di annuncio della prossimità del Regno.

Va ricordato che in Matteo l’annuncio del Regno e l’insegnamento dei comandamenti di Gesù vanno di pari passo, non c’è l’uno senza l’altro. Anche perché il perfetto discepolo è proprio colui che cerca di adempiere in pienezza gli insegnamenti del Maestro.

Dunque, la pratica fedele dei comandi del Gesù terreno da parte dei suoi non è tanto una condizione di buona riuscita della missione (= se non sei coerente non sei attendibile, perciò non crederanno) ma è piuttosto il contenuto stesso della missione.

Seguono le raccomandazioni circa l’equipaggiamento, che non hanno qui la funzione di messa in guardia dalle ricchezze, tema rispetto al quale, peraltro, Matteo si esprime più volte duramente.

La preoccupazione dell’evangelista – forse a partire da episodi concreti della sua Chiesa – è piuttosto nei confronti del rischio di fare del Vangelo un vero e proprio business.

L’espressione, in effetti, è proprio quella: «Non procuratevi», non fate dell’impegno apostolico una fonte di guadagno e un’occasione di accumulo. Il vitto sia garantito, ma senza nessuna paga.

Povertà e mancanza di difese sono per Matteo parte integrante e irrinunciabile dell’annuncio evangelico. La parola di Gesù deve incarnarsi nell’esistenza di chi è inviato ad annunciarla.

Le ultime raccomandazioni vanno lette con attenzione. Si tratta anzitutto dell’invito a cercare alloggi convenienti, evitando sia situazioni imbarazzanti che potrebbero minare l’azione missionaria quanto la ricerca della sistemazione migliore o più comoda.

È un suggerimento di prudenza: fate attenzione a quel che fate, a dove andate e non siate ingenui perché la missione è cosa seria e va trattata come tale.

La prudenza non deve però impedire di creare una condizione di fraternità, rendendo evidente come l’annuncio del Regno sia un annuncio pacifico in vista della comunione.

Sull’eventuale rifiuto dell’annuncio, i discepoli sono invitati a pronunciare un giudizio vero e proprio, qual è lo scuotimento della polvere dai calzari.

Un gesto che è anche segno del grado di libertà che il discepolo deve possedere nella sua opera di annuncio: occorre che sia così sciolto da poter perfino prendere le distanze in modo decisivo.

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Fonte: il sito di don Cristiano

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