Ascolto E Sguardo
Il commento al Vangelo del giorno di don Cristiano Mauri.
La penultima controversia con i farisei vede ancora Gesù difendere i discepoli dalle accuse rivolte loro. La contestazione, stavolta, riguarda il rispetto del sabato e del divieto collegato di svolgere una serie di lavori.
La questione pare sproporzionata rispetto alla effettiva portata del gesto dei discepoli che, banalmente, si limitano a raccogliere qualche spiga, evidentemente sotto la spinta della fame.
Peraltro, raccogliere spighe di sabato doveva essere permesso a patto di farlo solo con le mani (cfr. Dt 23, 26) ma agli occhi dei farisei era invece considerato proibito, probabilmente perché assimilato all’atto della mietitura vera e propria.
La loro comparsa improvvisa e sorprendente nel campo in cui i discepoli camminano, ha il sapore dell’imboscata.
Gesù, come nella controversia precedente, risponde alla loro contestazione con una contro-domanda, pescando dal patrimonio della narrazione biblica e ricordando come anche Davide, per la fame dei suoi uomini e sua, violò nel santuario di Nob il comandamento riguardante i pani dell’offerta (1), mangiandone nonostante il divieto.
L’elemento forte della risposta, in realtà, è il parallelo che così Gesù stabilisce tra sé e Davide: «se l’ha fatto lui, perché non potrei farlo io?».
Se il re si era preso la libertà di interpretare la legge dei pani, a maggior ragione «il Figlio dell’uomo» ha l’autorità di interpretare autorevolmente la legge del sabato.
L’intento di Gesù non è affatto cancellare la Legge, poiché la sua affermazione a riguardo – «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!» – ha l’obiettivo di richiamarne lo spirito fondamentale, facendone emergere il valore decisivo.
La sua, peraltro, non è un’affermazione particolarmente originale, anzi, qualsiasi rabbino sufficientemente liberale l’avrebbe tranquillamente sottoscritta. Ma il tutto acquista un valore particolare se letto nella prospettiva dell’ultima affermazione che Gesù fa.
La controversia, infatti, si conclude con una tesi coraggiosa circa la signoria del Cristo: al di sopra del sabato c’è il Figlio dell’uomo, cioè Gesù stesso.
È un cambiamento di prospettiva davvero rivoluzionario e certamente disorientante per i discepoli e per ogni altro fedele. La vita del credente sta anzitutto dentro la relazione con Gesù e non sotto l’autorità della Legge.
Quest’ultima non viene cancellata, ma osservarla acquista senso nella misura in cui la si comprende a partire dalla parola e dalla persona di Cristo e solo se è espressione diretta del legame con quest’ultimo.
La fede, da sottomissione a una legislazione, diviene cammino dentro una relazione.
Fonte: il sito di don Cristiano
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Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato.