don Cristiano Mauri – Commento al Vangelo del 20 Febbraio 2020

Ascolto E Sguardo

Il commento al Vangelo del giorno di don Cristiano Mauri.

Gesù parte per Cesarea, a nord, in territorio pagano. Prende le distanze dai rappresentanti del giudaismo della sua epoca ma anche dall’immagine di Lui che stava emergendo nella folla.

Ha già mandato i discepoli a predicare in suo nome, ma ha dovuto constatare che anche loro non hanno le idee chiare. Anche i discepoli “non vedono” e “ non sentono” il suo Vangelo.

Inizia ad interrogarli chiedendo i frutti della predicazione: un fallimento. La gente sembra non aver capito nulla.

Risponde Pietro, a nome di tutti. È chiamato con il soprannome negativo di quando non capisce. Ciò che dice è corretto, ma ciò che intende è sbagliato. Tant’è che Gesù lo rimprovera. Quel che Pietro dice va taciuto.

«Il Cristo» con l’articolo indicava il Messia della tradizione. Gesù è certamente Messia ma non quello della restaurazione di Israele, quello potente, il dominatore che avrebbe spazzato i nemici.

Perciò lo rimprovera come faceva coi demoni, lo mette a tacere come faceva con loro o con le forze della natura (epitimao= rimproverare, è il verbo qui utilizzato). Nelle parole del discepolo c’è qualcosa di pericoloso.

Zittito Pietro, Gesù riprende parola e fa chiarezza annunciando in modo palese – «parlava apertamente» – quale sarebbe stato il vero volto del Figlio dell’uomo.

Un perdente. Rifiutato e sconfitto di fronte ai potenti del suo tempo. Colpito, schiacciato, umiliato. Nessuna traccia di regalità o di potenza. Nessuna marcia trionfale, nessun riconoscimento ufficiale, nessuna presa di potere.

Il Figlio dell’uomo è un fallimento. La sua una fine inutile, senza lotta, senza eroismo e dunque senza alcuna possibilità di essere celebrato, di potersi trasformare in mito, in figura rappresentativa e carismatica, utile per il ristabilimento del regno di Israele.

Gesù parla di sé come uno che finirà in nulla. Eppure è uno così che dopo tre giorni risorgerà.

Pietro nemmeno la sente quella conclusione gloriosa. Aggredisce Gesù per farlo tacere, come il suo Maestro aveva fatto poc’anzi con lui (usa anche luiepitimao, trattando Gesù come uno spirito impuro!).

Alle orecchie di Pietro quelle parole suonano perfino blasfeme. Il preannuncio della Croce insulta l’immagine che l’apostolo aveva di Dio e del suo Inviato. Perciò prende in mano la situazione scambiando le parti: il Maestro sembra aver perso la testa e va ricondotto a ragione dal discepolo.

Ma il vero Satana parla con la bocca di Pietro, non certo con quella di Gesù. Quando il Figlio dell’uomo mostra il suo vero volto, lo spirito maligno si ribella e grida perché la voce dell’Inviato di Dio non venga udita.

L’annuncio della Croce scatena il demone del potere e dell’affermazione personale che si era annidato nel cuore di Pietro.

Quest’ultimo viene rimesso di nuovo a tacere (ancora epitimao), da Gesù che dichiara apertamente come ciò che Pietro adora non è il Padre suo, ma una divinità plasmata dalle ideologie umane.

È bene per il primo degli apostoli scendere dalla cattedra e rimettersi nel banco del discepolo.

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Fonte: il sito di don Cristiano

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Tu sei il Cristo …. Il Figlio dell’uomo deve molto soffrire.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 8, 27-33   In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.  E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».   Parola del Signore

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