don Cristiano Mauri – Commento al Vangelo del 18 Settembre 2020

Un’altra storia

Il commento al Vangelo del giorno di don Cristiano Mauri.

Note per la comprensione del brano.

Le note al testo di oggi sono prese da: «Versetti Pericolosi» di Alberto Maggi, Ed. Campo dei Fiori.

Tra il Dio tutto santo e le donne c’era un abisso, e il Signore non rivolse mai la parola a una donna, come si legge nel Talmud: «il Santo, egli sia benedetto, non parlò con alcuna donna se non con quella giusta e anche quella volta per una causa».

Secondo la Bibbia, Dio ha parlato soltanto una volta con una donna, Sara, ma poiché questa gli rispose con una bugia, da allora non solo il Signore non ha più rivolto la parola a nessuna donna, ma queste furono considerate irrimediabilmente bugiarde, la loro testimonianza ritenuta non credibile (Talmud), e si arrivò a dire che è meglio che «le parole della Legge vengano distrutte dal fuoco piuttosto che essere insegnate alle donne» (Talmud).

Per questi motivi è sorprendente leggere nel Vangelo di Luca che a seguire Gesù, oltre i Dodici, c’erano anche «alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni; Giovanna moglie di Cuza, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni».

La notizia che Gesù ha accolto al suo seguito, insieme ai Dodici, anche delle donne è sconcertante. È inimmaginabile che una donna possa vivere al di fuori del clan familiare (sono le prostitute lo facevano), e tantomeno essere seguace di un Rabbi.

In un mondo dove l’inferiorità della donna era sancita dalla religione e accettata come normale da tutti, il comportamento di Gesù con le femmine non poteva che essere fonte di scandalo, e la scelta di accoglierle al suo seguito è incomprensibile: nella lingua ebraica, il vocabolo discepolo esiste solo al maschile, e Giovanni il Battista ha svolto la sua attività solo con maschi.

Come ha potuto pensare Gesù di andare per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del Regno di Dio portando con sé delle donne? Non sa forse che «un discepolo dei saggi non deve parlare con una donna per strada, neanche se sua moglie, sua figlia, sua sorella» (Talmud)?

Gesù dimentica che «chiunque parla molto con una donna, attira la disgrazia su se stesso, abbandona le parole della Legge, e finisce nella Geenna» (Pirqe Aboth).

Gli stessi discepoli di Gesù, pur abituati alle sue trasgressioni e alle sue libertà, esprimeranno tutta la loro sorpresa quando troveranno il loro maestro a colloquio con la donna samaritana. Ancora non hanno compreso che per Gesù conta la persona, indipendentemente dalla sua condizione sessuale, perché per lui «non c’è maschio e femmina» (Gal 3, 28), ma ci sono solo persone da accogliere e amare.

Tra le donne a seguito di Gesù sorprende la presenza di una signora dell’alta società, una abituata a vivere a corte, Giovanna, la moglie di Cuza, amministratore di Erode, che ha lasciato il marito per seguire il profeta. Una scelta radicale che la condurrà fin sul luogo della crocifissione, della sepoltura, e a essere tra le annunciatrici della resurrezione del Cristo.

Queste donne non solo hanno perso la loro reputazione abbandonando il clan familiare per seguire Gesù, ma ora ledono gravemente il suo nome. Come può pensare Gesù di essere credibile con un simile seguito?

Spunti per la riflessione sul testo.

Luca, sulla scia delle resistenze della prima Chiesa ad accogliere la considerazione di Gesù per le donne, le relega ad un ruolo pratico e funzionale.

Ma le classifiche e le categorie non appartenevano allo stile di Cristo e l’intenzione del Maestro non era certo avere le domestiche al seguito, piuttosto, rendere evidente un altro fatto.

Che l’umano intero, fatto di femminile e di maschile, è destinatario del Vangelo, il terreno in cui si radica e porta frutto.

Ogni diminuzione del valore e del peso dell’una o dell’altro, ogni tentativo di affermazione di una parte sull’altra sono un intralcio al Regno che viene.

Gesù, però, non ci fa sopra troppa teoria, semplicemente, prende le donne con sé. Quella prossimità, anzi, quella comunione di vita è più potente di qualsiasi riabilitazione dottrinale. Sorelle e fratelli.

Che siano chiamate al Vangelo, che debbano essere discepole al pari degli altri discepoli, che possano intraprendere la via cristiana senza limitazioni di sorta, che siano testimoni ed evangelizzatrici a pieno titolo, sono fatti che per Gesù domandano solo di essere resi visibili.

La storia delle Chiese ha spesso, purtroppo, detto altro, soprattutto in termini di pari dignità e pari responsabilità.

Ma c’è modo e tempo per scrivere altri capitoli.

[…] Continua qui…

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