Cose preziose e care
Il commento al Vangelo del giorno di don Cristiano Mauri.
Nella prima parte del Discorso della montagna, Matteo ha affrontato il tema di ciรฒ che รจ secondo la volontร di Dio, affermando la necessitร di una giustizia superiore a quella di scribi e farisei, tanto in termini quantitativi che di radicalitร nellโadesione.
Ora, giunto al centro del Discorso, tocca la questione decisiva dellโinterioritร e della retta intenzione nel praticare ciรฒ che รจ secondo la volontร di Dio.
La disposizione interiore e la sua concordanza con la pratica esteriore sono determinanti per lโautenticitร della vita cristiana. Non a caso, esattamente al centro del grande Discorso, Matteo mette la preghiera del Padre nostro quale culmine dellโinsegnamento di Gesรน.
Il primo versetto del brano fa da titolo, introducendo il tema in modo generalizzato, prima di declinarlo secondo le tre colonne della vita del pio israelita (elemosina, preghiera e digiuno): la pratica della giustizia โ ciรฒ che รจ gradito a Dio โ non vale a nulla se lo scopo รจ lโammirazione umana.
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Il primo caso specifico รจ quello della beneficienza privata. Lโimmagine della tromba รจ caricaturale, non risulta fosse unโusanza reale. Era invece possibile promettere elemosine pubblicamente, ottenendone grande prestigio sociale.
Chi sfrutta la beneficienza per scopi personali รจ accusato di ipocrisia, letteralmente, di ยซfare lโattoreยป. Lโonore ricevuto รจ giร la ricompensa, secondo lโidea rabbinica della giustizia riequilibratrice di Dio.
ร iperbolica anche la proposta alternativa: la sinistra non deve sapere ciรฒ che fa la destra. Il senso, evidente, รจ che la beneficienza va fatta solo davanti a Dio e nessuno, nemmeno i piรน intimi, devono sapere del bene che facciamo.
Il secondo esempio riguarda la preghiera. Il riferimento รจ alle preghiere regolari durante il giorno che si considerava normale recitare in piedi, in ogni luogo. Poteva essere dunque naturale pregare pubblicamente, per quanto attirasse certamente lโattenzione dei passanti.
Gesรน รจ molto severo al riguardo e invita a pregare nel modo piรน segreto possibile (chiede di chiudersi nella stanza piรน nascosta non visibile dalla strada; il testo fa riferimento allo spazio riservato alla dispensa) perchรฉ sia un a-tu-per-tu con Dio. Non conta il luogo, ovviamente, ma lo scopo.
Il digiuno รจ lโultimo dei tre casi. Tratteggia lโipocrita come colui che fa la messinscena dellโafflitto, applicando le usanze tipiche del giorno dellโespiazione (vesti di sacco, la cenereโฆ) anche alle occasioni di penitenza personale. Allโopposto, si deve mantenere un atteggiamento riservato e discreto nelle pratiche religiose, tutto orientato a Dio e non alla vanitร .
Il triplice esempio non lascia dubbi: ciรฒ che rende giusti รจ un cuore che cerca Dio. Le buone opere ne sono una conseguenza.
Spunti per la riflessione sul testo.
Non credere di dover mettere tutto in piazza della tua fede.
E non mandarla mai in giro senza niente addosso.
Abbine cura con il pudore che si riserva alle cose intime.
Perchรฉ va senzโaltro difesa dallโesibizionismo che cerca solo ammirazione.
Ma anche dalla tentazione di abusarne come strumento di promozione.
Dice: ยซMa bisogna pur testimoniare!ยป.
E cโรจ modo migliore di mostrare quanto profondo, prezioso, intimo sia il legame con il Signore, del preservarne gli aspetti piรน delicati e intensi dagli sguardi altrui?
La caritร si nasconde, la penitenza si dissimula, la preghiera si secreta.
E qui non cโentrano intimismi o individualismi.
ร solo che cosรฌ si fa con le cose preziose e care. [โฆ] Continua quiโฆ
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