Da che parte sto?
Il commento al Vangelo del giorno di don Cristiano Mauri.
Note per la comprensione del brano.
Luca colloca questa paraboletta, con relativa interpretazione, a chiusura di una sezione in cui tratta la posizione di Gesù riguardo al Battista.
Quest’ultimo, dopo aver appreso i fatti di cui l’altro si era reso protagonista, aveva inviato da lui un paio dei propri discepoli.
Desiderava avere conferma di ciò che aveva udito e ottenere chiarimenti sul significato dei gesti compiuti dal Nazareno, che avevano suscitato in lui dei dubbi sulla vera identità.
Gesù ha così l’occasione per esprimere una valutazione precisa della figura del Battista e per formulare un giudizio sul modo in cui entrambi sono stati trattati dal popolo e dai suoi capi.
Giovanni viene definito anzitutto come un profeta, ma non solo, affermando che è «ben più di un profeta», Gesù lo riconosce come ultimo dei profeti, consacrandolo come precursore del Messia.
La folla, davanti a questo giudizio, si divide tra coloro che lo ascoltano da discepoli veri per poi pentirsi e farsi battezzare, e chi invece si oppone chiudendo orecchie e cuore.
I primi vengono identificati genericamente col popolo, i secondi con i farisei e i dottori della legge. Di questi ultimi Gesù non dice solo che non hanno accolto Giovanni, ma che hanno rifiutato la volontà stessa di Dio.
La parabola li mette in scena appellandosi a loro perché comprendano e si convertano.
Il racconto non è di immediata decodificazione poiché il gioco tra bambini a cui si far riferimento resta sconosciuto.
Ma il senso complessivo, a partire dal giudizio espresso da Gesù circa l’accoglienza e il rifiuto riservato a Giovanni, risulta facilmente comprensibile: da una parte c’è chi invita a giocare e dall’altra chi si ostina a rigettare l’invito, che si tratti di ballare giocando alle festa o che si tratti di piangere nel gioco del funerale.
Gli inviati da Dio hanno chiamato alla conversione ma c’è chi – i capi del popolo – resiste ostinatamente.
È stato respinto tanto il severo ascetismo di Giovanni con la sua predicazione aspra e caustica, quanto lo stile di Gesù, considerato “libertino” nel suo atteggiamento e nelle sue frequentazioni.
Ma alla bontà di Dio verso il suo popolo (la «Sapienza» ne è la personificazione) molti, i cosiddetti suoi «figli», hanno creduto, l’hanno accolta e annunciata. Gesù e Giovanni sono ovviamente tra questi e la loro opera non è stata altro che testimoniare quella «Sapienza».
Chi li ha rifiutati, si è così opposto direttamente alla volontà buona di Dio.
Spunti per la riflessione sul testo.
Da che parte sto? Da che parte stai?
Non come un’esame di coscienza – l’ennesimo – per capire solo se si è dalla parte giusta. Anzi no, per capire se si è tra le schiere dei giusti.
Piuttosto come uno stile, un approccio alla vita.
Prendere parte alla vita è scegliere una parte, prendere le parti.
«La Sapienza è stata riconosciuta giusta dai suoi figli». I figli della Sapienza ne prendono le parti.
Come don Roberto Malgesini.
Figlio della Sapienza che ha preso le parti della Bontà di Dio, prendendo le parti di coloro che sono i prediletti del Padre.
Da che parto sto? Da che parte stai?
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