don Cristiano Mauri – Commento al Vangelo del 16 Aprile 2020

Ascolto E Sguardo

Il commento al Vangelo del giorno di don Cristiano Mauri.

Mentre parlavano di queste cose, egli stette in mezzo ai discepoli e disse: «Pace a voi!».

Può diventare difficile credere che la «pace» sia un’esperienza possibile.
Non intendo la soluzione dei conflitti, la conquista di un po’ di calma esteriore o l’assenza di preoccupazioni e urgenze, che già, peraltro, non sarebbero poca cosa.
Intendo la «pace profonda». Oltre la superficie emotiva, al di là della scorza degli affanni quotidiani.
Lì nella parte più intima di noi, dove ci misuriamo costantemente con il senso e il valore di quel che siamo e di quel che viviamo.

Capita di sentirsi scossi e in conflitto proprio a quella profondità, senza riuscire a venirne a capo, per la difficoltà a raggiungere quel fondale e poi a vedervi chiaro, reggendo la pressione.
E sono (quasi) sempre le questioni di vita o di morte a penetrarci così in profondità.
Ovviamente, bisognerebbe aggiungere.
Quando si onorano responsabilità importanti e quando le si disattende, quando si diventa genitori e quando ci si deve curare dei propri, quando si incontra l’amore e quando lo si perde, quando un figlio è in pericolo e quando lo scampa, quando si raggiunge un traguardo inseguito lungo o quando lo si fallisce, quando si tradiscono i propri valori o si è traditi nei propri principi, quando ci si ammala e quando si guarisce, quando ci muore qualcuno e quando ci troviamo di fronte alla nostra morte.
E, ancora, molto molto altro.

Può esser così difficile trovare il bandolo della matassa, quel principio di sintesi armonica, di senso autentico che sappia «far pace» e che ci consenta di tenere in mano tanto il travaglio, quanto la gioia, con la stessa solidità.

Ecco, il Vangelo parla a tutto questo. Il Vangelo parla al bisogno di «quella pace», dichiarandola possibile e reale. La chiama beatitudine, la fonda nell’esperienza di essere figli del Padre e fratelli di ognuno.
Il Vangelo intercetta anzitutto ciò che nella nostra esistenza è una questione di vita o di morte. Il resto è, più o meno, contorno.

Sì, capisco che così sia poco accattivante, ma esserlo, in effetti, non mi pare sia mai stata una preoccupazione tipicamente cristiana.

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Fonte: il sito di don Cristiano

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