Ascolto E Sguardo
Il commento al Vangelo del giorno di don Cristiano Mauri.
Ci troviamo all’inizio del ministero attivo del Cristo, che fin da subito si propone come predicatore itinerante.
L’esordio vero e proprio è avvenuto nella sinagoga di Nazaret, dove, appoggiandosi a un testo di Isaia, Gesù si è identificato con l’Unto del Signore, da lui inviato per portare il lieto annuncio di liberazione ai poveri e agli oppressi.
Un episodio, quello della sinagoga del paese natio, dal chiaro carattere programmatico: Gesù, interpretando autorevolmente la Scrittura, si è dichiarato come colui che realizzerà il tempo della grazia, incontrando però, da parte dei compaesani, una forte resistenza, evidente preludio della conclusione sul Calvario.
Cafarnao, dove ci troviamo ora, è il luogo in cui la profezia comincia a diventare fatto concreto e il compiersi della Scrittura non è più solo annunciato, ma direttamente vissuto.
Nella sinagoga del villaggio avviene infatti il primo atto di liberazione con il quale vengono spezzate le catene del male che opprime un uomo: «l’anno di grazia» della profezia isaiana diviene realtà.
L’autorità di Gesù si manifesta e conferma nell’intreccio tra le parole che pronuncia e le opere che compie, prendendo i contorni tanto di una sapienza che di una potenza.
Un’autorità che viene da Dio, poiché lo Spirito è su di Lui, come a Nazareth è stato proclamato. Una forza soprannaturale che non intende schiacciare e soggiogare gli uomini, bensì liberarli e sollevarli, interpellarli e coinvolgerli, creando un rapporto da persona a persona.
Se a Nazaret lo scontro è stato con i compaesani, stavolta l’avversario è un demone. Per Luca i ”daimónion” sono spiriti a servizio del diavolo che contrastano l’agire di Dio, portando male e rovina agli uomini.
Il demone si lamenta della presenza di Gesù con un’espressione che significa in sostanza «Di che ti impicci?», a cui aggiunge la giusta diagnosi della situazione – «Sei venuto a rovinarci» – e un appellativo di origine arcaica usato per indicare Sansone, che viene qui attribuito a Gesù per sottolineare l’origine divina della sua missione: «Tu sei il Santo di Dio».
L’esito è quello annunciato e atteso: il demonio è ridotto al silenzio e scacciato senza che abbia possibilità di compiere ulteriore danno.
L’ordine di Gesù libera l’uomo mentre imbavaglia e incatena il male. La perentorietà, la severità e l’estrema efficacia del comando delineano la straordinaria potenza della parola di Gesù.
Il commento meravigliato dei presenti fa da cronaca stupita a ciò che Gesù ha compiuto e che subito viene annunciato in tutto il territorio circostante.
Fonte: il sito di don Cristiano
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