Tre Centri energetici – Enneagramma. Carrozza di Gurdjieff
Commento biblico di don Cristiano Marcucci
Trascrizione (non rivista) generata da YouTube e arrangiata tramite IA.
Scena tenerissima del Vangelo, che, come tutti gli episodi biblici, svela pezzi di noi. Il protagonista della vicenda รจ “bipolare”, come tutti. Da un lato, potremmo definirlo il “lato A”: quest’uomo รจ cieco, seduto, arreso e adattato, mendicante al lato della strada. Ti dice qualcosa questo lato?
Rappresenta molto chiaramente una parte di ognuno di noi: fatiche, ferite, blocchi, resistenze, paure e quantโaltro. Che ne so, sono evitante, tendo a esondare, non riesco a essere me stesso, non mi valorizzo. Vivo la ferita dell’abbandono, devo dimostrare al mondo intero il mio valore. Non so dire no, sono egocentrico e narcisistaโฆ e potrei continuare.
Ognuno ha, diciamo, una parte bloccata che va svelata. Attenti, eh! Il “lato A” non vuol dire che ne sono consapevole; vuol dire che cโรจ un lato umano che, in qualche modo, si struttura in base al mio vissuto, con le conseguenti chiavi di lettura, direi, umane e psicologiche della mia vita. Che ne so, sono cosรฌ perchรฉ mio padre รจ stato assente, o ho questo vuoto perchรฉ mia madre era affettiva.
Sto male perchรฉ ho ricevuto la ferita dell’abbandono da bambina. Vivo costantemente nella paura perchรฉ a casa mia cโera un clima di terrore. Non trovo il partner perchรฉ non ho superato la separazione dei miei genitori. Sono, che ne so, esclusa puntualmente, vivo relazioni disfunzionali perchรฉ non mi sono liberata, che ne so, da quella “maledizione originaria” della mia famiglia. Porto il blocco di mia nonna che รจ stata umiliata, e cosรฌ via.
Passo la vita a svelare questo “lato A”. Questi approcci sono assolutamente fondamentali: portano veritร importanti, hanno la loro validitร . Tuttavia, rischiano โ seguitemi bene perรฒ, attenti โ di diventare la scusa per non cambiare, non prendere in mano la propria vita. Ma soprattutto, amici, hanno uno sguardo miope, solo umano, orizzontale, cioรจ, facilmente mi rinchiudono in una gabbia creata dalla mia mente.
Quindi, un livello di consapevolezza non falso ma parziale, appunto, disfunzionale. ร una consapevolezza mentale, il “lato A”. Per questo, il “lato A” รจ un lato visibile, quello che io riesco a cogliere. Ma lโanima, come sapete o, meglio, come esperite โ altrimenti non sapete โ viaggia su altre frequenze. Cioรจ, porta il suo destino, supera recinti mentali, oltrepassa le considerazioni e le strutture umane.
Vi sottolineo un passaggio fondamentale di questa scena del cieco. La folla, amici, nella Bibbia ha sempre un’accezione negativa. Cioรจ, gli astanti dicono a questโuomo non vedente: โTaci, ma stai fermo lรฌ!โ La folla rappresenta bene le nostre voci interiori, una frotta, una schiera di urlanti che ci blocca, ci chiude in un angolo e ci dice: โArrenditi, stai lรฌ, non ti muovere.โ
Se non lo cogli, amico, sei addormentato. Ma, come si evince bene dal racconto, esiste un altro lato di questโuomo, potremmo definirlo il “lato B”. Cosa manifesta questo non vedente? Beh, sicuramente un desiderio di ricerca di pienezza, una voglia di cambiamento, una grande motivazione, una potente energia, una determinazione nel superare il giudizio degli altri.
Gesรน vede e lo sente, nonostante i suoi limiti. Gesรน non si ferma a quello sguardo umano. Esiste, cioรจ, unโaltra parte di me, fuori dalla metafora: le mie risorse, il mio coraggio, i miei desideri, i miei sogni, la mia bellezza, la mia energia, la mia forza, la mia motivazione. Un registro, diciamo, dell’anima, che supera le logiche umane.
Detta in termini un po’ piรน concreti: io non sono la mancanza di mia madre; io non sono determinato dalle paure di mio padre. Sono infinitamente di piรน delle mie fatiche. Non mi posso rinchiudere nella logica della mia famiglia o seguire solo i copioni antichi. Attenti, ripeto, รจ importante, anzi, direi fondamentale, svelare quel “lato B”, quel “lato A”.
Cioรจ, vedere e accogliere il mio vissuto familiare, con le sue risorse (sempre ci sono) e i suoi limiti (sempre presenti). Ma io sono nelle mani dell’universo, dell’amore infinito, del mio destino, di Dio. Questa dimensione oltrepassa infinitamente le strutture umane.
Per dirla con la sapienza orientale: chiunque siano i miei genitori, รจ lโuniverso (se preferite, il buon Dio) che mi ha generato e voluto. Capite? Ognuno di noi, come direbbe Hillman, ha un nucleo sacro in sรฉ, una ghianda che va solo riconosciuta e lasciata fruttificare. Un “codice dellโanima” โ un libro essenziale per tutti i ricercatori โ che supera gli eventi umani.
Mi piacerebbe parlarvi nelle prossime riflessioni di questo testo magistrale di James Hillman, che offre una chiave di lettura interessantissima. Ma in questo senso, questa prospettiva che sto provando a darviโฆ A metร novembre, se non ricordo male, 16-17 novembre, a Salerno, unisco i Partenopei e i Lucani, napoletani e abitanti di Potenza โ non so come si definiscano โ in un weekend sul tema โAmati, non chiedere agli altri quello che non sai darti tu”. Bellissimo, aperto a tutti, single, coppie, chiunque.
Massimo 50 persone. Lo dico per quelli del Sud piรน o meno occidentali, cioรจ tutti. Le mosine e amoreโฆ il “lato A” lo devo vedere, ma poi cโรจ in me una fonte dellโamore, cโรจ un altro lato che mi permette di scoprire la fonte dellโamore. Quindi, di donarmi io stesso amore. Pertanto, una parte, diciamo, รจ adattata, addormentata, e unโaltra parte รจ motivata e risvegliata. Come sempre, entrambi vanno svelati.
Alla prima cedo con un percorso umano, con un percorso psicologico e anche un percorso spirituale. Cioรจ, posso cogliere questo aspetto. Forse basta anche una buona volontร , una capacitร umile di mettersi in discussione. Ed รจ, ripeto, fondamentale che avvenga. Ma per accedere alla seconda parte, amici, non so, la chiamo Grazia, preghiera, meditazioneโฆ
Gli insegnamenti delle tradizioni spirituali convergono nel dire che, senza lo strumento potente della meditazione, per fare un esempio, non posso superare la mia mente. Quindi, non posso accedere a un altro lato, a quella dimensione, appunto, dellโanima.
Il passaggio, come il testo insegna nella scena biblica, รจ accorgermi di essere cieco, altrimenti, amici, non puรฒ accadere nulla di sostanziale in me. Ed รจ fondamentale. Gesรน rappresenta lโanima che sempre passa, che chiama, si manifesta. Tocca a me riconoscerla e gridare salvezza, come descrive bene questo episodio evangelico.
Quando la mia parte umana รจ pronta ad accogliere quella Divina, lโanima si ferma. ร un classico corteggiamento di Gesรน nei Vangeli: quando coglie la motivazione, la fede, si ferma. Questo fa lโanima. Quando io sono pronto, lโanima si svela.
Chiaro: lโepisodio รจ sintetico, simbolico, paradigmatico. Spesso non la capiamo in prima battuta, non siamo pronti al primo passaggio. Qualche settimana fa ho registrato un piccolo insegnamento su questo: occorre vincere le resistenze e le paure.
Anzi, illuminante lโaspetto centrale della scena: il protagonista รจ cieco, non vedente, eppure lโunico a riconoscere Gesรน, anzi, meglio ancora, รจ lโunico a vedere Gesรน. Ah, fuori metafora: solo quando chiudo gli occhi, cioรจ smetto di vedere con la mente razionale, io posso accedere ad unโaltra dimensione. Fino a quando rimango con il timone della ragione, non posso accedere ad un livello animico e non posso incontrare Cristo.
Sapete che sono stra-appassionato della Divina Commedia. La porta dellโInferno iniziale รจ illuminante: si legge, lapidario, โla ragione ci ciba, ma non ci sazia.โ Concludo, ripeto, lโapproccio umano e psicologico รจ fondamentale, amici, ma rischia di rinchiudermi in gabbie cognitive, mi dona consapevolezze ma solo parziali.
ร lโincontro con la mia anima che, superando strutture, resistenze, paure, mi salva e mi dona quella luce divina che non passa attraverso il lato della ragione.
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