Incarnazione – Natale 2024
Commento biblico di don Cristiano Marcucci
Trascrizione (non rivista) generata da YouTube e arrangiata tramite IA.
Sintetizzo per voi da casa alcuni esercizi vissuti e poi ne propongo altri. Diciamo che sono esercizi per incarnare il Natale, ok? E partiamo dal piรน facile.
Io vi propongo quello che abbiamo fatto, insomma, qualche minuto fa: la canzone fisiognomica di Battiato. La riferisco a me stesso e l’ascolto almeno tre volte. Poi mi alleno a guardare anche il corpo degli altri, i loro segnali, sempre con amore, provando a riconoscere il loro linguaggio corporeo. Imparo a farlo con me.
Secondo esercizio: direi meditazione sul quadro, anzi meglio, contemplazione sul dipinto di Caravaggio, “San Tommaso”. Focalizzatevi sul dito che affonda nel costato. ร potentissimo, una scena fortissima e direi una rappresentazione plastica dell’incarnazione.
โToccamiโ, dice Gesรน a Tommaso, โtoccamiโ. Vi direi di fermarvi a contemplare, in questo tempo di Natale, quando potete. Almeno 10 minuti, piรน volte, quella scena. Osservate: se vi distraete, tornateci. Entrate dentro, sentite quello che suscita in voi. Restateci. Contemplazione. Meditate l’incarnazione attraverso un dipinto, uno strumento potentissimo.
Terzo esercizio: provo ad ascoltare il mio corpo. Accolgo i segnali che mi rimanda in questo tempo di Natale. Mi focalizzo un po’ di piรน sui segnali del mio corpo. Quindi provo a parlargli, come direbbe il mio amico Thich Nhat Hanh: “Buongiorno, caro corpo, ti prometto di ascoltarti. Oggi voglio stare con te. Tu sai piรน cose di me. Cosa mi vuoi dire?”
Se posso darvi una dritta, quello che sto facendo io per i tra accenti energetici, prima di dare risposte o fare scelte (anche un semplice dolcetto), รจ chiedermi: “Cosa dice il mio corpo?” Se collego la mia testa al corpo, invece di scollegarmi… sรฌ, ecco qua.
Come quarto esercizio, vi propongo lo screening corporeo classico. Non tutti lo conoscono. Lo faccio sia stando allungato a letto, sia se sono seduto, sia mentre cammino. Se poi mi alleno, lo faccio spessissimo mentre cammino. Parto, non so, dal lato destro, dai piedi, e percepisco le parti esterne: le dita, la pianta del piede, il dorso, il tallone, la caviglia, lo stinco, il polpaccio, il ginocchio, la coscia (anteriore e posteriore), lโanca. Poi salgo, che ne so, dalla parte posteriore: glutei, spina dorsale (sacrale, lombare, cervicale).
Ci sono piรน pezzi: il collo. Poi passo alle braccia, al lato destro, e riscendo dalla testa. Tutto: orecchie, zigomiโฆ Non sto qui a dettagliare tutto. Poi torno avanti, lato sinistro, e scendo fino all’altro piede.
La percezione รจ, oltre che un esercizio potentissimo di presenza, uno strumento straordinario. Quando cammino, immaginate voi se, invece di ascoltare altro (conferenze, musiche nella migliore delle ipotesi, oppure pensieri su cosa cucinare, problemi, arrabbiature, programmi), mi concentro sul mio corpo. Screening corporeo. Provate a farlo. Si apre un mondo, un mondo.
Quinto esercizio, ormai lo vivo da tempo, come tanti altri. Anche questo รจ un classico, ma non so quanti di voi lo abbiano sperimentato: quando mi faccio la doccia, immagino sia piรน o meno tiepida, anzi spesso caldissima. Vi prego, non sprechiamo l’acqua! Termino con uno step di acqua tiepida, tendenzialmente fredda, e poi fredda (non direi freddissima). Un minuto e un minuto. All’inizio sembra impattante, sembra quasi impossibile, ma poi supero le gabbie della mia mente.
Vi dico questo perchรฉ, provate a cogliere cosa accade. Due cose: primo, il mio corpo parla, e non scappo con la mente. Sto lรฌ, presente. Secondo elemento: io divento uno, non sono disgregato. Con la doccia fredda, ogni volta vi direi: provatelo, in questo tempo di Natale. Provare per credere. Mi centro, mi integro e divento uno. Questa รจ la potenza del corpo.
Vabbรจ, buon tempo di Natale. Buona nascita interiore attraverso il mio corpo incarnato.
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