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don Cristiano Marcucci – Commento al Vangelo del 17 Novembre 2024

Domenica 17 Novembre 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 13, 24-32

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Vizi capitali: le nostre energie tossiche

Commento biblico di don Cristiano Marcucci

Trascrizione (non rivista) generata da YouTube e arrangiata tramite IA.

Ecco la trascrizione riformattata con punteggiatura corretta e suddivisa in paragrafi:


[Musica]

Parto da una premessa importante: questo video non è una semplice riflessione, ma è un insegnamento più corposo e complesso, e nello stesso tempo affascinante, come il video di due settimane fa sulla carrozza di Gurdjieff, in riferimento ai tre centri energetici. Vi consiglio di vederlo.

Pertanto, ti chiedo di trovare un tempo privilegiato. Se puoi, prendi qualche appunto per assimilare meglio gli input che riceverai e, se in qualche passaggio non cogli pienamente, torna indietro e riascolta, riascolta, riascolta, fino a quando non sei pronto per andare avanti.

Vi ricordo, se volete, di proporre qualche tema che vi sta a cuore o che volete approfondire, per quello che riguarda ovviamente le mie competenze ed esperienze. Scrivete nei commenti, scrivetemi privatamente e dite la vostra.

A partire dal mese di dicembre – l’ho già accennato, quindi diciamo tra due settimane – approfondirò alcuni temi che io definisco capitali del mondo interiore, assimilati grazie alla mappa dell’enneagramma, ma soprattutto grazie all’esperienza con i vari gruppi di lavoro. Perché il lavoro spirituale, con la “L” maiuscola, è esperienza; altrimenti rimane una piccola teoria, un’altra gabbia mentale.

Vi dico la mia esperienza: io comprendo gli insegnamenti che studio e approfondisco, prima di tutto, sul lavoro con me stesso e anche grazie al lavoro con le persone. Quelle verità si incarnano, le oggettivizzo, quasi le tocco. Una verità, anche la più alta e la più profonda, se non viene esperita nella carne, nel mio corpo, rimane pura teoria o delle informazioni, ma non comprendo. Cioè, non evolvo, non cresco.

Sentite cosa afferma Gurdjieff: qualunque formazione, anche seria, dona agli uomini una conoscenza mentale. E la conoscenza mentale non serve ad altro che a diminuire la conoscenza dell’essere. Cioè, qui il punto non è quante cose so, ma quante cose assimilo grazie all’esperienza, integrando i miei centri. Quindi, per un lavoro vero e sostanziale occorre il coinvolgimento del corpo e del cuore insieme, ovviamente alla testa. Questo è il bellissimo lavoro; se volete, io lo definisco il miracolo dei percorsi esperienziali, in particolare di gruppo, che ha un’energia complicata.

Veniamo al tema di questo insegnamento. La Bibbia, nella nostra tradizione giudaico-cristiana – lo stesso vale per altri testi di altre tradizioni – svela un aspetto fondamentale del mondo interiore. Nei testi di genere apocalittico, questo punto è più evidente, perché in essi questa dimensione è centrale. Se leggete gli scritti di carattere apocalittico, come l’Apocalisse o il libro del profeta Daniele, trovate espressioni catastrofiche: demoni e draghi che ci inseguono, fiere e serpenti che ci uccidono, giorni di grande tribolazione, il sole oscurato, carestie, pestilenze, divisione e morte.

Vi dice qualcosa? Cosa vuole esplicitare la Bibbia, visto che il suo primo obiettivo è svelare il mondo interiore? Cioè, che nella vita dell’uomo esiste – dentro di noi – uno strato magmatico, paludoso, costituito da fatiche, stress, ferite, paure, demoni e fiere. Dentro di noi abitano terremoti, maremoti, uragani, un oceano impetuoso di pensieri, sensazioni ed emozioni. Normalmente, l’uomo è totalmente identificato e travolto da questo tsunami. Ognuno di noi è immerso in questa giostra terrifica senza saperlo. È quello che viene definito da Eckhart Tolle “corpo di dolore”, riprendendo insegnamenti antichissimi; penso, per esempio, al Buddismo, che centra tantissimo il suo insegnamento su questo tema.

Normalmente, l’uomo vive con la mente costantemente al lavoro, il corpo sempre teso, bloccato, scollegato, emozioni faticose che ci travolgono, voci interiori devastanti e bloccanti, mille paure, mostri mentali. Anche quando siamo a riposo, persino quando dormiamo. Penso alla mia ansia: mi sento, l’ho scoperto da pochi anni, sempre teso, rigido, accelerato, come una macchina con l’acceleratore sempre premuto. Anche quando sono disteso sul divano o sul letto e vedo una commedia o un film comico.

Tutto questo è un processo inconsapevole e automatico, un meccanismo strutturale antichissimo. Questo corpo di dolore è composto da pensieri, emozioni e sensazioni antiche, in cui l’ego si identifica: energie mentali, emotive e fisiche negative, un accumulo enorme di materiale potente e pesante. Immaginate uno zaino pesantissimo che portiamo sulle spalle, o una corazza imponente che abbiamo addosso. Tutto questo scaturisce dalle esperienze di non amore della vita, che tutti abbiamo vissuto: esperienze che ci hanno deluso, ferito, invaso, spaventato, bloccato e così via. Non solo le nostre ferite, ma anche quelle del nostro sistema, almeno di sette generazioni, e persino quelle del nostro territorio.

Oltre al danno, anche la beffa: per sopravvivere a questo magma impetuoso, produciamo inconsapevolmente un dispendio enorme di energie, un dispendio infinito di forze per resistere e per difenderci. Inoltre, attiriamo energie simili a quelle che viviamo nel corpo di dolore, quindi alle nostre fatiche aggiungiamo anche quelle delle nostre relazioni.

Ma la Bibbia, come altri testi sacri e altri insegnamenti spirituali, svela un’altra dimensione, un altro strato di me – o se volete, un altro stato – che supera questa frequenza, a patto che l’uomo riesca ad accedere ad essa. E può farlo se diventa capace di elevarsi oltre questo livello. Altrimenti, amici, automaticamente e inevitabilmente ne rimane travolto.

Utilizzo spesso la metafora del traffico di una metropoli: posso essere immerso in quel caos, ingolfato in quell’ingorgo, perso in un labirinto, oppure elevarmi e superare questa dimensione. Pensate di affacciarvi dal settimo piano di un palazzo e guardare il traffico dall’alto, oppure di stare su una mongolfiera. C’è sempre caos, ma io non sono identificato, immerso e risucchiato da quel traffico. Attenti: il traffico c’è sempre. Attenti all’inganno, all’illusione di pretendere di fermare la testa, cioè il traffico mentale. È impossibile. Puoi fermare il cuore, puoi dire ai tuoi polmoni di non respirare, puoi fermare il tuo stomaco o il tuo fegato? Evidentemente no. Ma puoi non identificarti con la mente, con il traffico della mente, che c’è.

A me viene chiesto di salire di livello. Segui? Nella nostra tradizione cristiana, questo corpo di dolore si focalizza e si manifesta sostanzialmente in sette radici, o se preferite, sorgenti di fiumi sotterranei. Appena potrò, farò un video specifico focalizzato sui vizi capitali. Io chiamo la mappa dell’enneagramma. La tradizione islamica dei Sufi aggiunge due vizi oltre a questi sette, quindi il totale è nove: la paura e la vanità. La vanità è diversa, abbastanza diversa dalla superbia. Comunque, questi vizi capitali sono, ripeto, sorgenti da cui scaturiscono queste correnti sotterranee che tutti abbiamo, inconsapevolmente nutriamo e con cui ci identifichiamo.

A Dio piacendo, come direbbero gli antichi, a gennaio 2025 vorrei proporre dei brevi video spirituali su questi vizi. Non solo un insegnamento sui vizi in generale, ma sui vari aspetti dei vizi in particolare. Mi vorrei focalizzare sul basso inferno della Divina Commedia, amici. Uno spettacolo che decodifica il nostro mondo interiore, i peccati sistemici, familiari, territoriali, di mondi antichi che vivono dentro di noi. Pensate al magma del vizio della lussuria, pensate alla vanità: sono veri e propri demoni, cioè delle gabbie, dei blocchi da cui è difficile uscire.

Il dramma consiste, il vero dramma, nel non esserne consapevoli: essere travolti, bloccati, chiusi in gabbia, senza saperlo. Lì, amici, non c’è possibilità di uscita. Questi vizi, ripeto, sono strutture mentali, emotive e fisiche interior

i, la parte dura del nostro ego, del nostro corpo di dolore, l’involucro che ci avvolge, che tutti abbiamo, chi più chi meno. La Bibbia si focalizza moltissimo su questi vizi.

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