Gesuฬ maestro interiore
Intelligenza emotiva e corporea. Gesuฬ maestro interiore – Mc 10,17-30
Commento biblico di don Cristiano Marcucci
Trascrizione (non rivista) generata da YouTube e arrangiata tramite IA.
Scena mentre Gesรน cammina per strada. Un tale gli corre incontro, gli si getta davanti. Immaginate la scena: in ginocchio, ed esclama: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?” Mi sembra una buona domanda, un’interrogazione almeno intelligente.
Prima reazione di Gesรน: “Perchรฉ mi chiami buono? Dio solo รจ buono.” Qui ci sarebbe un mondo, perchรฉ appunto i complimenti, le valorizzazioni, sono tanto illusori quanto le svalutazioni e le critiche. Ma comunque andiamo avanti. Gesรน gli risponde: “Tu conosci i comandamenti.” E quest’uomo aggiunge: “Sรฌ, io le osservo.”
A questo punto, Gesรน compie tre movimenti potenti, consecutivi e collegati: fissa lo sguardo su di lui, lo ama e poi parla. Una cosa sola ti manca. Sono i tre movimenti della relazione. Vi faccio notare che l’amore, “lo ama”, รจ posto tra fissare lo sguardo e il punto debole, diciamo, il punto mancante.
Quindi un passo per volta: l’amore รจ il fissare lo sguardo. Immaginate quando ci piace qualcuno; io ho uno sguardo fisso su di lui, su di lei. Pensate allo sguardo degli amanti. Io guardo ciรฒ che amo e fiss, lo guarda. Lo sappiamo, รจ un contatto oculare potente, potentissimo. Infatti, pochissimi riescono a guardare occhi negli occhi; si riescono a guardare reciprocamente.
Ma chi รจ in contatto con se stesso respira e guarda negli occhi, perchรฉ รจ collegato a se stesso. Chi invece non รจ in contatto con se stesso non riesce a reggere la potenza del contatto. E solo quando mi accorgo del mio contatto profondo posso scoprire chi vede e chi non vede.
Quindi, fissare lo sguardo vuol dire cogliere profondamente, stare nella profonditร . Gli occhi sono l’unica parte del corpo non protetta. Solo se ti vedo interamente ti posso amare. Questo รจ un temone rispetto all’amore e il rischio di ogni relazione che di fatto avviene รจ che, quando proviamo attrazione, amiamo; o quando proviamo repulsione, addirittura arriviamo ad odiare.
Facilmente direi appunto: matematicamente, noi idealizziamo, storpiamo, proiettiamo. Quindi รจ difficile anche nell’amore provare davvero a vedere interamente l’altro. Se giร fossimo coscienti e ci ricordassimo sempre che ogni volta che guardiamo qualcuno รจ un piccolissimo punto di vista. Non รจ quello che penso io, ma infinitamente di piรน.
Fosse anche mio marito, dopo 40 anni, sarebbe secondo me un buon passo di amore e di consapevolezza. Comunque, Gesรน lo guarda, amandolo, e lo ama guardandolo. Perchรฉ guardare e amare sono due facce della stessa medaglia. Solo chi mi ama mi vede. Conoscenza e amore sono sinonimi nel mondo interiore; camminano insieme. Io conosco profondamente solo ciรฒ che amo. Questo vale, prima di tutto, verso me stesso.
Solo quando inizio ad amarmi, inizio veramente a conoscermi. L’oracolo di Delfi “conosci te stesso” si puรฒ tranquillamente tradurre in “ama te stesso”. Questo significa appunto che il mondo interiore, il mondo dello spirito, il mondo interiore, cioรจ il mondo dello spirito, stati di coscienza, equivale al mondo dell’amore.
Ogni volta che io vivo una forma d’amore, un hobby, una passione, una lettura, una relazione bella, io, se รจ vero amore, scopro un pezzo di me. Non a caso, Platone diceva: “La mente non si apre se non apri il cuore.” Io aggiungo, riprendendo le tradizioni spirituali: “La mente non si illumina se non ascolti il tuo corpo.”
Vedere, contatto visivo, fisico, amare sono la stessa cosa. Nell’amore, diciamo, detta in termini un po’ piรน semplici, perchรฉ capisco che รจ un mondo infinito e complesso. La vera intelligenza si connette al cuore e al corpo. L’intelligenza, che รจ sapienza, che รจ illuminata, unisce la parte razionale, la parte emotiva e la dimensione viscerale. Solo quando la mente si pone a servizio, cioรจ imparo ad ascoltare, integrando anche il cuore e il corpo, davvero progressivamente inizia il processo di illuminazione.
ร un’intelligenza superiore, perchรฉ appunto l’intelligenza non รจ solo razionale, ma รจ anche emotiva e viscerale. Faccio alcuni esempi evidenti per farvi comprendere: quando io sono preoccupato, pensieri compulsivi, mente, cosa accade? Mio diaframma si chiude, respiro corto, il cuore accelera, provo emozioni pesanti, pressanti, negative. Capite? Mh, collegamento profondissimo.
E oppure perchรฉ una madre naturalmente percepisce il problema fisico del figlio neonato, che ovviamente non parla e piange anche se non ha competenze mediche? Perchรฉ conosce con il cuore. Oppure una coppia che si ama profondamente, connessa, va molto oltre il linguaggio verbale. Oltre le parole che si scambiano. Io, amandoti, di te comprendo molto di piรน di quello che dici. C’รจ una connessione e quindi di una comprensione profonda, perchรฉ รจ connesso.
Il cuore รจ connesso, il corpo. L’amore, quindi, fa conoscere, non solo sentire. Se entro in un ambiente tossico o in un posto che non รจ il mio, anche se non riesco a dirmelo con la testa, se mi ascolto, se imparo, lo dice il mio corpo. Cioรจ, si attiva una conoscenza molto piรน profonda di quella mentale, che arriva spesso molto dopo.
Pertanto, la vera intelligenza, la vera sapienza non รจ solo, ripeto, razionale, mentale, ma si connette ad altri livelli, amici. Altrimenti non ho nessuna consapevolezza. Basterebbe andare su YouTube, come state facendo voi, ascoltare una conferenza, una catechesi, una riflessione, un insegnamento delle tradizioni antiche e io divento saggio. Ovviamente non รจ cosรฌ.
Ecco perchรฉ tra discepolo e maestro, per esempio, occorre una connessione fisica di cuore oltre che di insegnamento mentale, verbale. Perchรฉ appunto il processo avviene per assimilazione. Direbbe Kubrick: “La veritร di una cosa non sta tanto nel pensiero di essa quanto nel nostro modo di sentirla.” Torna indietro e riascolta gli esempi e quello che diceva Kubrick.
Il problema รจ che la nostra cultura occidentale ha scisso la mente dal corpo, perchรฉ si fonda sull’efficienza, sulla competenza e non sull’amore. Cioรจ le competenze sono esterne, non interiori. L’uomo moderno รจ pragmatico, funzionale, operativo, prestante e ha perso la dimensione spirituale. ร disconnesso e quindi ha uno sguardo mentale che corre avanti e non vede quello che sta sotto, quello che sta dentro, quello che sta dietro. Sono tutti sinonimi del mondo invisibile e spirituale.
Notate la risposta di Gesรน a questo tizio che cerca la pienezza: “Una cosa sola ti manca. Va’, vendi tutto quello che hai, dallo ai poveri.” E poi, questa risposta svela benissimo il processo dell’amore. Come Gesรน, appunto, lo vede interamente in piene. Apparentemente, se non ho competenze, diciamo, interiori, sembrerebbe una contraddizione. Pensateci: mi guardi, mi ami, poi mi segui le gambe. Gesรน รจ molto duro, รจ chiaro.
Ma la domanda รจ: lo ama o lo svaluta? Non รจ questa la domanda giusta. Anzi, questa รจ la vera maestria, la vera sapienza di Gesรน, che maestra, appunto, del cuore, delle emozioni, del corpo. Il contatto, proprio perchรฉ Gesรน lo vede e lo ama, puรฒ cogliere le sue fatiche, i suoi blocchi, gli attaccamenti, le vulnerabilitร . Perchรฉ il vero amore, amici, non รจ a condiscendere, salvare, idealizzare, come accade normalmente a tutti noi.
Tipo la mamma, prototipo materno italiano, che salva il proprio figlio e non che lo sta rovinando. Proprio perchรฉ lo salva sempre. Il vero maestro mi svela le mie ombre, mi rimanda ciรฒ su cui devo lavorare con amore, ma con molta autenticitร .
Il falso maestro รจ il pompatore: “Dai, sei capace! Dai, ce la fai! Dai, sei forte! Dai, sei tosto! Daje!” Ma Daje che non รจ questo il modo. Livello bassissimo di contatto. Quando si impara l’amore, impariamo il vero sguardo.
E quindi capiamo la vera vulnerabilitร . Di un figlio, di un discepolo, di una persona amica. Quindi Gesรน non si vergogna di colpirlo, proprio perchรฉ, lo ama, lo sa in modo profondo. Il vero amore fa scoprire, fa fare i conti, fa crescere. ร un amore generativo. Si puรฒ anche dire affettivo, perchรฉ un maestro si deve sentire.
Quando si comincia a scoprire che, ahimรจ, mi sono confuso. Ogni volta che vedo un errore in te, come ho detto, da sempre, sto esponendo un pezzo di me. E questo รจ l’unico modo per crescere. Non devo confondermi, direi, e lamentarmi di quel che รจ sbagliato negli altri, nรฉ lamentarmi del mio rapporto con Dio. Perchรฉ Dio lo percepisco quando vivo con gli altri. Altrimenti non esiste.
Non posso dire: “Io amo Dio.” Assolutamente. Se non amo il fratello, non puรฒ esistere Dio. Quindi il vero amore ha bisogno di una relazione profonda, di contatto. E quindi il vero amore porta a sentirsi vulnerabili, ma anche luminosi, perchรฉ scopriamo, di fatto, la nostra profonditร . E quindi quando vediamo la nostra vulnerabilitร , di conseguenza, con il contatto si fa esperienza di una crescita profonda. ร una sfida.
Ed รจ quello che tutti noi viviamo. Quindi se Dio mi ama, io sono al sicuro. Ecco perchรฉ nell’amore scopriamo il punto piรน debole. Non si tratta di svalutazione, ma non sono salvato dai miei successi e dai miei risultati. Non sono salvato dalle mie capacitร .
E questo amore รจ molto interessante. Ti amo per ciรฒ che sei, con la tua fragilitร . ร l’unico modo che ho per accettare la fragilitร . Solo quando posso entrare in contatto con il dolore mio e degli altri, mi rendo conto che in un attimo tutto questo si riempie.
Il punto vero di questo amore รจ proprio la vulnerabilitร . Infatti, vediamo che gli scambiamo questa esperienza. Solo attraverso un cuore che ascolta riesco ad accettare il mio dolore e mi aiuta a guardare il dolore dell’altro.
Quando sentiamo l’amore vero, vogliamo condividerlo. Immaginate, da questo punto di vista, l’amore di Dio. Un amore che guarda e accoglie. Non si puรฒ dire: “Dio mi ama.” Assolutamente. ร impossibile. Se lo dico, di fatto, mi sto illudendo.
Dio รจ amore. Qui possiamo scoprire un mistero, che non รจ solo una mera proiezione, un’idea romantica, una tradizione, una cultura. Ma รจ un’illuminazione che ci abita. ร una condizione di vita, di libertร e di amore. Un amore che avvolge, accoglie e invita ad un senso di pienezza.
Una libertร profonda. Qui scopro una grandezza. E non รจ cosรฌ semplice. Questo non significa che noi siamo perfetti, che non abbiamo ombre. Al contrario, accettare di non essere perfetti non vuol dire perdere dignitร . Anzi, lo scopo di tutto questo รจ proprio accogliere questo mistero dell’amore.
Un amore che dice: “Ehi, ho bisogno di te. Ho bisogno di imparare da te, anche per il tuo amore.” Lo spirito di relazione, alla fine, รจ molto chiaro. Questo รจ l’invito, il programma che ci fa vedere cosa ci muove, cosa ci sostiene.
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