Commento al Vangelo di domenica 6 ottobre 2024 a cura di don Claudio Luigi Fasulo – Sanremo.
Trascrizione generata automaticamente da Youtube e rivista tramite IA.
Il tema del Vangelo di questa domenica è uno dei sette sacramenti: il matrimonio. Un sacramento che oggi è spesso snobbato, messo da parte o, ancora peggio, visto come una festa da fare lungo il cammino della vita. Persino il matrimonio è visto come qualcosa di inutile al giorno d’oggi o troppo impegnativo. Infatti, uno dei grandi ostacoli della generazione attuale è proprio la paura dell’impegno. Con una battuta mi verrebbe da dire che tutti cercano il posto fisso nel lavoro, ma non nel cuore. Questa paura, come il salto nell’impegno nella vita religiosa, sembra troppo difficile.
Ricordo sempre con simpatia una frase che ascoltai da un professore di teologia. Disse una volta: “Si diceva: mi sposo e così mi sistemo. Oggi siamo passati al contrario: mi sistemo e, se è il caso, mi sposo.” Questo è il contrario di una visione cristiana, cioè mettere prima la realizzazione personale e poi, se è il caso, l’amore. No, noi siamo nati per amare e per essere amati. La priorità nella vita deve essere l’amore. Ci realizziamo nell’amore, nella vocazione sponsale o di speciale consacrazione.
Pensiamoci: nel matrimonio, nella coppia, i pesi della vita si dividono e le gioie si condividono. Invece, nel camminare da soli, i pesi pesano troppo e le gioie spesso non si sa con chi condividerle. Cercare di autorealizzarsi e vedere il matrimonio solo come un “di cui” della vita è un errore grave, perché non porta a gustare pienamente la vita. La vita è sempre un diventare un dono per gli altri.
Ma veniamo al Vangelo di questa domenica. C’è un botta e risposta tra Gesù e i farisei. I farisei mettono alla prova Gesù con una domanda secca: “È lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?” Gesù, con fermezza, risponde senza troppi giri di parole e dice: “Per la durezza del vostro cuore, Mosè scrisse questa norma”, ovvero che era lecito ripudiare una moglie. Ma Gesù si sofferma sulla durezza del cuore. Sì, l’amore è questione di cuore, proprio come la fede. La fede deve essere un atto di amore, di slancio, di fiducia. San Matteo, nel suo Vangelo, al capitolo 6, versetto 21, dice: “Là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.” Sì, il nostro cuore cerca il tesoro della vita, e questo tesoro si chiama amore. Perché Dio è amore, che poi viene incarnato nel matrimonio o nella speciale consacrazione.
Allora, questa frase di Gesù: “Per la durezza del vostro cuore, Mosè scrisse questa norma”, è una provocazione. “Pro-vocazione”, ovvero per la chiamata di Dio, per dare una svegliata alle orecchie di quei farisei che volevano solo ascoltare la risposta che desideravano sentirsi dire. Gesù non è interessato a mettere regole e paletti alla nostra vita. A Gesù interessa che noi realizziamo la nostra vita, accompagnandoci con dei giusti consigli nel cammino della vita. Gesù vuole rinnovare la nostra vita secondo la pienezza e non secondo l’egoismo o la mediocrità di vita affettiva che troppo spesso ci propone il mondo di oggi.
Ma veniamo a una frase centrale del Vangelo di questa domenica, cioè la frase con cui Gesù conclude la risposta ai farisei: “L’uomo non divida ciò che Dio ha congiunto.” Ecco, questa non è né una frase da film, né una frase minacciosa di Gesù. Cosa significa nel profondo questa frase, che inoltre viene detta dal celebrante il giorno del matrimonio, dopo lo scambio delle promesse matrimoniali? Questa frase, cioè “l’uomo non divida ciò che Dio ha unito”, fa capire all’umanità che deve stare attenta a una tentazione: quella di dividere, di scappare, di evitare i momenti difficili nel mondo affettivo, nel mondo dell’amore di coppia e anche nel mondo della vita di consacrazione. Ovvero, la tentazione di arrendersi, di non combattere, di lasciare andare via l’amore perché non si ha più voglia di “buttare via del tempo”. Ma il tempo si butta rinunciando all’amore. Combattendo per l’amore, invece, si dimostra che l’amore è un pilastro della vita.
Allora, possiamo vedere questa frase di Gesù sintetizzandola con un verbo: “restare”. Sì, come Gesù che è restato sulla croce, nonostante tutto. Ho detto “restare” perché lo “stare” è il primo passo. Il “restare”, cioè il rinnovare lo stare, è un atto di volontà, nonostante le difficoltà. Cioè, è un atto di amore pieno. Appunto, è bene ricordare che il sacramento del matrimonio è un atto di Dio. È Dio che unisce, è Dio che sigilla, è Dio che costituisce una nuova famiglia.
Allora, davanti ai terremoti della vita, nella famiglia e nella coppia, torniamo a Dio, torniamo a Colui che ha unito e non ascoltiamo colui che vuole dividere, il diavolo (diábolos, in greco, significa “divisore”). Che bello, allora, il Vangelo di questa domenica, perché è un grande incoraggiamento! Un incoraggiamento a prendersi cura dell’amore, a mettere tutte le energie della nostra vita nel custodire e riparare l’amore nei momenti di criticità, ovvero nel non fuggire. Proprio come Gesù, che per amore non ha rinunciato alla croce, avendo quella piena fiducia in Dio, sapendo che dalla croce sarebbe nata una risurrezione, ovvero una nuova vita. Certamente con le ferite, ma una nuova vita, un nuovo fiore che profuma di paradiso nel campo dell’amore.
Concludo, allora, con una bellissima frase di Papa Benedetto XVI, che disse: “La famiglia, fondata sul matrimonio, costituisce un patrimonio dell’umanità, il pilastro della società, e questo interessa credenti e non credenti.” Che bella frase di Papa Benedetto XVI, perché senza questa certezza ci sentiremmo incapaci, fragili e deboli di impegnarci nell’amore, nel sacramento del matrimonio e anche nel sacramento di speciale consacrazione.
Ebbene sì, oggi ciò che al mondo può sembrare perdente, come un impegno nell’amore, agli occhi di Dio è vincente, perché colma quel senso di instabilità che dimora nei cuori dell’umanità. Corriamo verso l’amore pieno, ascoltiamo la parola di Dio, fidiamoci di Dio. E se nell’amore c’è qualcosa che non va, cerchiamo di prendercene cura, mettendolo al primo posto, riparando, perdonando e custodendo.