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don Claudio Luigi Fasulo – Commento al Vangelo del 26 Gennaio 2025

Domenica 26 Gennaio 2025 - III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Lc 1,1-4;4,14-21

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Commento al Vangelo di domenica 26 gennaio 2025 a cura di don Claudio Luigi FasuloSanremo.

Trascrizione generata automaticamente da Youtube e rivista tramite IA.

Come testimoniare, come vivere la fede al giorno d’oggi, ovvero come provare ad essere cristiani oggi? La risposta la possiamo trovare nel Vangelo di questa domenica. Il Vangelo ci propone le primissime parole di San Luca, del Vangelo di San Luca, e inizia con un bellissimo dettaglio: cioรจ con la persona a cui Luca indirizza questo Vangelo, ed รจ Teofilo, un personaggio che possiamo identificare con ognuno di noi a causa del suo nome.

Teofilo, Teofilo arriva dal greco “Teo” (Teos, cioรจ Dio) e “filo” (Filia, amicizia, amico), cioรจ Teofilo significa “amico di Dio”. Io credo che, se stai ascoltando questo commento, tu sei senza dubbio Teofilo, tu sei senza dubbio un amico di Dio. Bene, nel Vangelo troviamo Gesรน che, nella Sinagoga, legge la sacra scrittura. Ma cosa sta leggendo esattamente? Gesรน sta leggendo un passo del profeta Isaia, del capitolo stesso di Isaia, e tramite questo passaggio biblico, Gesรน comprende la sua missione e, pertanto, la missione da far vivere a tutti i cristiani e, pertanto, anche a noi oggi.

Cosa dice questo passaggio? Possiamo riassumerlo in cinque punti. Potremmo anche vederlo come un piccolo vademecum e questi cinque punti sono:

  1. Portare ai poveri il lieto annuncio.
  2. Proclamare ai prigionieri la liberazione.
  3. Ridare ai ciechi la vista.
  4. Rimettere in libertร  gli oppressi.
  5. Proclamare l’anno di grazia del Signore.

Cinque punti, cinque punti per la missione di ogni cristiano, per la chiamata a vivere la fede ad ogni cristiano. Sarebbe molto bello nei dettagli vedere questi cinque punti del profeta Isaia che Gesรน richiama come missione cristiana, ma non c’รจ il tempo. Perรฒ possiamo vederne i frutti e capire cosรฌ che forse siamo noi i primi ad avere bisogno di queste cinque azioni e, pertanto, nel momento in cui le abbiamo ricevute, anche farci carico di portarle agli altri.

Allora vediamo la prima: portare ai poveri il lieto annuncio. Il frutto qual รจ? Ricevere la tenerezza di Dio, ricevere la consolazione, l’accoglienza nonostante le fragilitร  e i peccati, cioรจ ricevere parole di conforto e di speranza, parole di vita vera. Ecco il primo frutto della prima azione.

Seconda azione che ci chiede Gesรน รจ proclamare ai prigionieri la liberazione. Il frutto รจ liberare coloro che si sentono bloccati dalla vita, disillusi dall’amore, feriti nell’anima, coloro che si sentono realmente prigionieri della vita, annunciare a loro appunto la liberazione.

Terzo punto: ridare ai ciechi la vista. Il frutto di questa missione qual รจ? Dare luce alle vite spente, cioรจ riaccendere quella speranza che deve brillare nei cuori di coloro che vedono tutto buio nella loro vita.

Quarto punto, quarta azione: rimettere in libertร  gli oppressi. E quanto anche noi ne abbiamo bisogno di trovare la libertร , sentendoci oppressi dalla vita, o dagli altri, o dal lavoro, o dai conflitti. Questo vuol dire gustare la misericordia di Dio, sentirsi figli di Dio, sentirsi amati e perdonati contro un mondo che appunto troppo facilmente giudica e opprime.

E poi l’ultima azione: proclamare l’anno di grazia del Signore. Il frutto di questa azione รจ confermare alla nostra vita e anche agli altri che la presenza del Signore รจ fedele per tutta la vita. Il Signore ci accompagna, vuole che noi viviamo in armonia con noi stessi, con Lui e con gli altri. Ecco l’anno di grazia, cioรจ la grazia รจ quello stato in cui uno si sente pacificato con Dio, con sรฉ e con gli altri.

Bene, questo Vangelo termina con una frase di Gesรน molto bella, molto preziosa, ovvero: “Oggi si รจ compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato.” Oggi ci fa capire che รจ bene avere dei buoni propositi, ma bisogna concretizzarli. Oggi, tra il dire e il fare, non c’รจ di mezzo il mare; tra il dire e il fare c’รจ di mezzo l’amare, perchรฉ l’amore vero fa diventare concrete le parole.

Nonostante tutti i limiti e le fragilitร  della vita, Gesรน ha vissuto per amore e ha dimostrato che amare senza alcuna riserva e fino alla fine รจ lo scopo del dono della vita.

Allora, per venire e cosรฌ concludere alla domanda iniziale: come testimoniare la fede? Come essere cristiani nel mondo di oggi? La risposta รจ nel Vangelo di questa domenica: proseguire la missione di Gesรน Cristo, ovvero togliere da questa umanitร  ciรฒ che gli impedisce di fiorire. Proprio il Giubileo, l’anno di grazia indetto da Papa Francesco, ha come filo rosso il suo titolo: “Pellegrini di speranza”. Papa Francesco, nella sua bolla di indizione del Giubileo, cosรฌ conclude: “Lasciamoci finora attrarre dalla speranza e permettiamo che, attraverso di noi, diventi contagiosa per quanti la desiderano.”

Ognuno di noi desidera speranza, e allora diventiamo anche noi pellegrini di speranza. Il Vangelo di oggi รจ un inno alla speranza, รจ un inno a essere, malgrado tutto, cristiani nel nostro tempo. Oggi! Oggi si รจ compiuta questa scrittura! Oggi รจ il tempo propizio per annunciare, per perdonare e per amare. รˆ il tempo in cui il primo passo conta piรน di mille parole. รˆ il tempo in cui dobbiamo portare speranza nei cuori, รจ il tempo in cui il Signore ci chiede di concretizzare la preghiera semplice di San Francesco d’Assisi. La preghiera semplice non perchรฉ รจ semplice da vivere, ma semplice perchรฉ sono parole che ognuno di noi ha nell’anima.

E allora concludo proprio con la preghiera semplice di San Francesco d’Assisi, che poi, come ho detto, รจ il grido della tua anima. Falla diventare concreta, vivila e cerca di farla vivere agli altri, nonostante le nostre fatiche quotidiane. Ecco la preghiera semplice:

“Ove odio, fa’ che io porti amore. Ove l’offesa, fa’ che io porti il perdono. Dove รจ la discordia, fa’ che io porti l’unione. Dove รจ il dubbio, fa’ che io porti la fede. Dove รจ l’errore, fa’ che io porti la veritร . Dove la disperazione, fa’ che io porti la speranza. Dove รจ la tristezza, fa’ che io porti la gioia. Dove sono le tenebre, fa’ che io porti la luce.”

Grazie San Francesco per questa preghiera. Allora, buona missione, caro cristiano, figlio di Dio e soprattutto pellegrino di speranza.