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don Claudio Luigi Fasulo – Commento al Vangelo del 10 Novembre 2024

Domenica 10 Novembre 2024
Commento al brano del Vangelo di: Mc 12, 38-44

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Commento al Vangelo di domenica 10 Novembre 2024 a cura di don Claudio Luigi FasuloSanremo.

Trascrizione generata automaticamente da Youtube e rivista tramite IA.

Che cos’รจ un atto di Fede? Il Vangelo di questa domenica ce lo spiega molto bene con una descrizione attenta di ciรฒ che significa fidarsi di Dio. Nel Vangelo troviamo due atteggiamenti molto veri al tempo di Gesรน, ma molto veri anche oggi: quello, da una parte, dei cristiani un po’ creduloni, come gli scribi e i farisei, che vogliono avere sempre tutto sotto controllo, e poi quello dei cristiani invece credenti, come la vedova del Vangelo di questa domenica, che sanno che Dio c’รจ e pertanto si fidano di lui.

Bene, allora vediamo nel dettaglio cosa fanno gli scribi e cosa fa questa donna. Gli scribi sono identificati con cinque atteggiamenti chiari, scritti in modo chiaro dall’evangelista Marco. Allora, appaiono in lunghe vesti: ciรฒ significa che per loro l’apparenza estetica รจ sempre importante. Secondo punto: vogliono ricevere saluti nelle piazze. Ecco, quindi amano la notorietร , il successo, l’esposizione mediatica. Terzo: ricercano i primi posti. Ecco, questo significa voler a tutti i costi avere un titolo nella societร  di oggi. Quarto punto: hanno aviditร  nei beni, ovvero cercano solo un benessere materiale nella loro vita. E quinto punto: pregano per farsi vedere, ovvero una fede di facciata ma che alla fine non ci mette la faccia.

Queste sono cinque caratteristiche veramente difficili da digerire e possiamo anche definirle opposte a quelle di Gesรน e del vero cristiano. Perchรฉ? L’apparire contrasta con l’identitร  cristiana dell’essere semplici. La notorietร  e la sete di potere vanno in totale contrasto con l’umiltร  dell’essere cristiano. E poi ancora, il primeggiare contrasta con il servire il prossimo. E ancora, il possedere, cioรจ l’aviditร  dei beni, contrasta con il donare senza riserve la propria vita e il proprio tempo. E infine, la preghiera per farsi vedere pii di facciata contrasta con una fede di nascondimento, di abbandono, una fede semplice ma vera.

Ecco come l’evangelista San Marco descrive gli scribi. E poi, ecco il secondo personaggio: una donna. Una donna che viene unicamente descritta come vedova e povera. Vedova, ovvero che vive nella solitudine, emarginata. E poi povera, cioรจ che non possiede tante cose e pertanto non deve combattere tutta la sua vita per mantenerle in piedi. Questa vedova fa un gesto di vera fede che denota ciรฒ che lei desidera ardentemente nel suo cuore: avere fede in Dio e fidarsi di Dio. Fa un gesto irrazionale ma di tutto cuore: getta a Dio le uniche due monete che aveva nella sua tasca.

Questa donna รจ una donna che non ha tempo, non ha voglia, non ha bisogno di fare come gli scribi. Cioรจ, non vuole apparire perchรฉ ha capito che la vita รจ breve. Non vuole farsi vedere perchรฉ ha capito che non serve a nulla l’apparenza. Non vuole primeggiare perchรฉ ha capito che la prioritร  nella vita รจ ben altro. Non vuole possedere cose materiali perchรฉ ha capito che la vita รจ donare anche l’essenziale. Questa donna non vuole farsi notare pregando perchรฉ ha capito che la vera fede รจ abbandonarsi a Dio.

Che bella questa immagine genuina! Certamente sofferente per una vita che l’ha segnata nel profondo, ma un’immagine vera di vita, un approccio sincero alla fede, un’azione fiduciosa con Dio. Questa vedova, nella sua semplicitร , รจ una scuola di fede, di incontro con la persona di Dio, e quindi per noi la persona di Cristo. Perรฒ c’รจ un dettaglio importante che noterete sicuramente nella proclamazione del Vangelo: Gesรน contrappone il gesto di questa vedova con quello dei ricchi, non con quello degli scribi, che spesso sono associati, ma con quello dei ricchi.

Ovvero, rispetto a coloro che hanno e hanno paura di perdere. Sia ben chiaro, non รจ una condanna della ricchezza, ma di non passare la vita a cercare unicamente di proteggere la propria ricchezza e di avere sempre tutto sotto controllo. Gesรน non guarda il quanto si ha o il quanto si dona, ma il come si gestisce la propria ricchezza e il come si dona la propria ricchezza. La bilancia di Dio non si basa sulla quantitร  ma sulla qualitร . รˆ inutile credersi dei buoni cristiani se poi mettiamo Dio in panchina, cioรจ lo mettiamo come riserva della nostra vita, colui che deve entrare in campo per toglierci dai casini della vita.

No, avere fede significa fidarsi, abbandonarsi, donarsi totalmente a Dio. Altrimenti, mi spiace dirlo, รจ una fede fatta solo di scaramanzia. Bene, allora i cristiani di oggi chi sono? Sono come la vedova o come i ricchi che non gestiscono bene le loro ricchezze? Purtroppo, molti cristiani vivono una fede dove cercano di lavarsi la coscienza, magari andando a messa o facendo un po’ di caritร . Sicuramente utile, รจ tutto utile, ma la vera fede รจ cercare di gustare nella vita la presenza di Dio, gettando la propria vita in Dio. Certamente con discernimento, non con atti irrazionali, ma con una frase che dovrebbe essere un po’ il pilastro del nostro discernimento.

Quella di Carlo Acutis, e mi viene di parafrasarlo: il nostro discernimento deve essere secondo la volontร  di Dio e non secondo la volontร  del proprio io. Altrimenti, se facciamo solo una vita di fede di facciata, poi si denota che abbiamo un viso che fatica, una vita trascinata, che non si riesce a realizzare perchรฉ ci si fida piรน del proprio io che di Dio.

Che bello allora il Vangelo di questa domenica, che si conclude con Gesรน che chiama a sรฉ i discepoli perchรฉ vuole spiegare questo evento che ha vissuto nella sinagoga, cioรจ di come i ricchi gettavano il superfluo e la vedova ha gettato il necessario. Da questa scena, Gesรน trae un insegnamento che fonda la fede cristiana: Gesรน fa capire che la quantitร  non รจ garanzia di qualitร . E a volte anche le nostre preghiere sono vuote e distratte, oppure facciamo delle opere tanto per pulirci la coscienza, e magari leggiamo anche il Vangelo, perรฒ poi non lo mettiamo in pratica.

Bene, Gesรน fa intendere che lui guarda il cuore dell’uomo, non l’apparenza. Lui conta quanta vita noi spendiamo per amore, lui conta quanta speranza investiamo nella vita, lui conta quanta fede vera testimoniamo nel mondo. Allora basta arroccarsi: mettiamo la nostra vita nelle mani di Dio, fidiamoci di Dio, perchรฉ lui, dandoci la vita, si รจ fidato di noi affinchรฉ possiamo vivere un cammino terrestre in pienezza, secondo la volontร  di Dio, che รจ molto piรน grande, molto piรน bella, molto piรน luminosa e piena di pace rispetto alla volontร  del nostro io, spesso solo alla ricerca del possesso e del garantire quel che si ha.

No, gettiamo la nostra vita in Dio, perchรฉ Dio vuole che viviamo una vita da Dio.