L’atteggiamento di Gesù è provocatorio. Dicendo “Voi non conoscete Dio, lo conosco solo io”, dà l’impressione di essere esagerato. Di fronte a questa pretesa di Gesù le alternative sono tre: o è matto e quindi non bisogna ascoltarlo; oppure è un ingannatore e a maggior ragione non bisogna seguirlo; oppure ha ragione, perché è veramente l’unico che conosce Dio. Se è così, bisogna ascoltarlo e fidarsi veramente di lui.
Noi abbiamo scelto questa terza opzione: riteniamo che Gesù abbia ragione, che sia l’unico che conosce Dio e che può farci conoscere Dio, quindi non ci offre semplicemente una dottrina su Dio, ma ci comunica la vita stessa di Dio. Lo stesso tono Gesù lo rivela quando non dice: “Andate da Dio”; ma propone: “Venite a me”. Ma chi si crede di essere?
Ha la consapevolezza di essere Dio e di essere colui che — unico — è in grado di dare ristoro, riposo, consolazione, autentica pace. Da lui dobbiamo imparare l’umiltà autentica che è sinonimo di verità e ci rende consapevoli del nostro limite creaturale: perciò accettiamo volentieri di legarci a lui.
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Il giogo infatti è uno strumento che lega insieme due animali, perché uniscano le forze e condividano il lavoro: unirci a Gesù è il nostro atto di umiltà, riconoscendo che da soli non ce la facciamo. Siamo poveri e stanchi, oppressi e affaticati, perché pensiamo di fare da soli: collaborare con il Signore invece è la fonte del nostro riposo, imparare da lui ci permette di vivere meglio, dà soddisfazione della nostra vita.
AUTORE: don Claudio Doglio
FONTE: Messalino “Amen” e Canale YouTube Teleradiopace TV
✝️ Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 11,25-30